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Eccellenza Girone A: il punto

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IL CAMPIONATO VISTO…DALLA RADIO

 

                                                                        Il Monterosi operaio cerca il Paradiso: 2-1 

                                                                        alla Castrense Viterbese. Ma Rieti è fiacca,

                                                                          e la dote è solo di 3 punti

 Il Monterosi è terzo e prosegue la sua grande partenza in campionato battendo in rimonta la Castrense Viterbese. Da una parte l’ammirazione per un fattore, l’umiltà, del gruppo di Marco Scorsini e dell’ex giocatore della Sorianese, che ha sposato una ricetta cara a Gilberto Benetton: “Lavoro, lavoro e ancora lavoro”. Dall’altra la rabbia suscitata nei tifosi di Viterbo e provincia dalla mancanza di carattere, di testa, forse di volontà, e, aggiungiamo, di orgoglio, di una squadra che…non è una squadra. Un’amalgama non riuscita alla società, al primo tecnico impiegato, e al secondo. Qui il problema non è che manchino i giocatori: è che i giocatori producono un atteggiamento di superficialità nell’approccio alla partita. E vengono trattati molto bene, dal sodalizio della famiglia Camilli. Tutto questo non deve cancellare i meriti del Monterosi, che ha preso il gol di Faenzi, ma si è rimesso sotto, a lavorare, e ha recuperato con Borgognoni che manda in rete Ferri, al 43’, e qui gli ospiti hanno protestato per un possibile off-side. E con lo stesso Borgognoni, che segna prima dell’intervallo il punto del 2-1, che la squadra di Sergio Pirozzi non saprà rimontare. Ha fatto la sua onesta partita, il Real Monterosi, per prendere a esempio le parole impiegate dal collega Cutigni, per radio: si è messa, compatta, dietro la linea della palla, e ha corso, tanto, e ci ha messo la voglia di stupire, la determinazione, tutte doti che non sono gialloblù, di questi tempi.

Il Rieti è intermittente, gioca bene nel primo tempo, reclama un rigore, ma è impreciso e lezioso negli ultimi venti metri, con i due difensori centrali del Villanova che giocano una partitona, Santori e Passatore, orgoglio del loro presidente, Massimo Armeni. Che ha riconosciuto il valore dell’avversario di turno, bravo a costruire anche bei venti minuti a inizio ripresa, ma non a superare, quando è capitato, il bravissimo portiere tiburtino, Trinchera. La saracinesca un tempo di Vigor Perconti e Vis Artena, in un paio di circostanze, ha strappato applausi a scena aperta. Un paio di contrattacchi li hanno orchestrati, gli ospiti, i quali, come dice Punzi “se sono lassù, in classifica, ci sarà più di un motivo”. Ha ragione. Lo 0-0 del “Manlio Scopigno”, a conti fatti, non consente il nuovo allungo a cinque punti, al Rieti, che è vistosamente calato, nella ripresa, anche perché sono stati impiegati la maggior parte dei giocatori utilizzati nel clamoroso 5-0 di Coppa Italia, dopo il 2-1 subìto a Ceccano, nell’ottavo di andata.

Le prime dieci giornate hanno detto: Rieti 23, Castrense Viterbese 20, un ottimo Monterosi, felice di stupire un girone intero, oggi a 20, il bel Villanova che pure ha passato qualche acciacco di troppo, con i suoi baldi 19 punti. Bene anche il Montefiascone, che regola per 4-0 il Fregene e aggancia il Ladispoli a 18 lunghezze, superando Sorianese e Futbol Club, 17, che hanno pareggiato 1-1. Una curiosità, però, andrebbe spiegata: come ha fatto, la formazione di Lorenzo Minciotti, avanti di due reti e poi di quattro, a farsi cacciare due giocatori? E tutto nella grande domenica di Serafini, che, su azione, ne segna due, una su rigore, e poi, dopo Ceccarini, si fa espellere. Il Montefiascone è generoso anche quando non ha tanti giocatori che partono da lontano, e in questo il gran bel lavoro di Del Canuto da una parte, della società, dall’altra, mettono in condizione i giocatori di andarsi a battere su tutti i campi senza il peso del successo a tutti i costi. Questo è un merito che nessuna sconfitta potrà cancellare, anche a ben vedere cosa sta facendo la base montefiasconese. Il traguardo che deve ottenere un club di Eccellenza non è fare i salti tripli e poi sparire, ma esserci, con costanza, con decisione, con la testa sulle spalle. E da diversi anni, la squadra dell’Alto Viterbese sta mettendo mattone su mattone, pur senza fare spese pazze.

Dicevamo del pareggio di Soriano, firmato in quattro minuti, da Maestà e Barile, e risultato che non cambierà più, nel secondo tempo. Diciamo che in campo c’erano due valide squadre e dall’ottica di tutte e due le parti si può parlare di un punto utile. Tre punti sotto (13) troviamo il Civitavecchia, penalizzato in settimana non tanto da un’altra vertenza quanto dall’erronea tattica di accettare un patteggiamento che avrebbe potuto proporre altre strade: fondamentali, dunque, i tre punti ottenuto in casa del Grifone Monteverde, col gol di Romagnoli al 63’. La “Vecchia” ripartiva da 10, non da 11, ma intanto a 13 è appena sopra la metà della classifica. Con questa sconfitta i romani vengono ripresi dalla Caninese, corsara a Cerveteri, vittoriosa per 2-1, e dall’Empolitana Giovenzano, che si è imposta per 3-2 sul Monterotondo Calcio, a sua volta condannato in primo grado e penalizzato di un punto in settimana dal Giudice Sportivo. Una storia che avrebbe meritato un’altra uscita, probabilmente.

Il Montecelio rischia una volta forse due, nei primi minuti, poi ne segna tre al Ladispoli e riprende a 11 il Cerveteri: Bertino e Berardi vanno in gol nei primi venti minuti, e, al termine del primo tempo, nella partita del “Piero Fiorentini” si è fatto male a uno gomito Ponzio, poi trasportato all’ospedale di Tivoli. Auguri di pronta guarigione. La terza rete tiburtina è firmata da Sanzotta, all’inizio della ripresa.

Finisce 1-1 Città di Monterotondo-Fonte Nuova con gli ospiti che ottengono solo in zona Cesarini il punticino, ma con Marco Rosa, tecnico nomentano, che evidenzia come sia stretto anche il pareggio, al fischio finale. Rete di Prosperi al 54’, D’Ovidio viene espulso per la squadra di Tor Lupara al 58’. Al 91’ Prosperi sigla la rete del pari. Un esito che non risolve neanche la minima parte, dei problemi di tutte e due le pericolanti.

Massimiliano Cannalire

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