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Lazio e Roma: le buone e cattive abitudini

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Ci risiamo. Anno nuovo ma vecchie abitudini, sia buone che cattive. Mantiene la buona abitudine di vincere la Lazio di Inzaghi, che con i tre punti di Brescia trova la sua nona vittoria in campionato ed eguaglia il record della stagione 98/99. Viene mantenuta invece purtroppo sugli spalti la becera abitudine di intonare cori razzisti nei confronti dei giocatori di colore avversari,come nel caso di Balotelli nella fattispecie.

È proprio il numero 9 del Brescia a portare avanti i suoi quando al minuto 20, servito da Sabelli,è abile a infilare Strakosha.

Portando avanti i suoi timbra il primo gol del campionato del decennio, proprio come fece 10 anni fa, sbloccando Chievo-Inter.

Il vantaggio scombussola un po’ gli ospiti che non riescono a rendersi pericolosi per tutta la prima frazione fino al minuto 42, quando arriva l’episodio che cambia il volto della gara: Caicedo viene trattenuto in area da Cistana, guadagnando non solo calcio di rigore ma anche l’espulsione per il centrale difensivo di casa. Immobile è glaciale dal dischetto e porta i suoi in parità all’intervallo.

Nella ripresa i padroni di casa, data L’inferiorità numerica, abbassano il loro baricentro chiudendo ogni varco all’offensiva ospite

Piano piano con il passare dei minuti la squadra di Inzaghi prende in mano il pallino del gioco, senza però impensierire realmente Joronen. Proprio nel momento in cui la gara sembra volgere al termine emerge la fame di vittoria biancoceleste. In pieno recupero il solito Immobile,assistito da Caicedo, trova la zampata vincente mandando in estasi i laziali accorsi al Rigamonti. La Lazio si conferma squadra che ha fame di vittorie e che ci crede fino alla fine. Vince ancora in rimonta e in zona Cesarini, ora si può sognare.

Umore decisamente sul versante opposto della capitale,dove la Roma di Fonseca incappa in una vecchia abitudine, non riuscire a fare il passo decisivo per diventare grande.

Per tutto il corso della prima frazione la squadra di casa tiene il pallino del gioco, senza però riuscire a scardinare le retrovie di un Torino attento e ben organizzato, pronto a colpire in ripartenza. E le occasioni non mancano da ambo le parti: da un lato Belotti coglie un clamoroso palo al minuto 8,dall’altro Sirigu si rende protagonista di almeno tre interventi prodigiosi dicendo no in serie a Kolarov, Zaniolo e Pellegrini.

Al minuto 46, complice una dormita della difesa di casa,proprio il gallo trova il vantaggio a ridosso dell’intervallo,imbeccato da Rincon.

Nella ripresa i ragazzi di Fonseca aumentano la pressione offensiva,con gli ingressi di Mykhitarian e Kalinic, ma senza creare reali pericoli ai granata. E anche quando riescono ad andare al tiro trovano la strada sbarrata dal numero 1 ospite.

A proposito di vecchie abitudini, non mancano come sempre le polemiche arbitrali, con i giallorossi che protestano con foga verso Di Bello, reo di non aver espulso Izzo già ammonito per un fallo di mano al minuto 77.

I padroni di casa le provano quindi tutte per agguantare il pari ma cedono il fianco agli ospiti, che ancora con Belotti trovano lo 0-2 su rigore,dopo un tocco di mano di Smalling. Una Roma poco brillante e lucida nell’organizzazione e nella concretizzazione dell’ultimo passaggio, depone le armi di fronte ad un Torino che vuole tornare ad occupare posizioni di classifica più consone al suo valore.

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