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Roma, persa una grande occasione

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A leggere il risultato in maniera superficiale, si potrebbe pensare a una Roma deludente, inferiore all’avversaria, poco consistente. E invece quella con l’Inter si è trasformata nella partita dei grandi rimpianti. Non è questo l’esordio all’Olimpico che sognavano Di Francesco e Francesco Totti. Ovviamente in termini di score finale. Una Roma bella per 65 minuti che alla prima parziale disattenzione si scioglie e perde la lucidità necessaria per portare a casa un risultato utile. Le riflessioni da fare sono diverse. Non si può non partire da quanto fatto di buono nel corso della gara. Dopo una buona partenza dei nerazzurri, è la squadra di Di Francesco ad avere il pallino del gioco, il legno colpito da Kolarov è il preludio al gol firmato da Dzeko. Una giocata pregevole da parte del bosniaco, una di quelle, come sottolineato a fine gara Spalletti, a cui il pubblico giallorosso si abituerà nel corso della stagione e che ha già apprezzato nel corso della precedente.

Non è l’Inter ammirata con la Fiorentina, anche perché l’avversario è di ben altro spessore. Gagliardini è a dir poco spento, Candreva non ne azzecca uno soffrendo come spesso accaduto in passato lo scontro con i giallorossi. E Nagatomo e D’Ambrosio saranno destinati col tempo a lasciar spazio a Dalbert e Cancelo. Il secondo legno di serata a fine primo tempo da parte di Naingollan sa quasi di destino scritto. L’Inter va al riposo sotto di una sola rete. Miracolosamente. Spalletti, che le partite sa leggerle, toglie subito Gagliardini e manda in campo Joao Mario. Tuttavia la musica non sembra cambiare nella ripresa. I giornalisti al seguito dei nerazzurri sbuffano in tribuna stampa, si rivedono i fantasmi degli ultimi sei anni. La terrificante bordata di Perotti si stampa alla sinistra di Handanovic e i legni diventano tre.

roma inter

Poco prima ci si mette anche la Var. Il contatto tra Skrinisar e lo stesso Perotti sembra da rigore, ma gli addetti al nuovo mezzo tecnologico non segnalano nulla a Irrati. Si va avanti e come detto arriva inaspettato ma quasi inevitabile il pareggio dell’Inter. Candreva stavolta è paziente e lucido nel servire Icardi, implacabile quando gli si dà la possibilità di colpire. E’ 1-1. La Roma subisce il colpo ma ha la forza di riportarsi in avanti, El Shaarawi va a un passo dal nuovo vantaggio, ma i nerazzurri salvano quasi sulla linea con Dalbert. E l’Inter si dimostra spietata. Perisic va via sulla destra, e trova al centro Icardi, che con grande freddezza realizza la rete numero 4 in campionato. E’ il minuto 77. La Roma è sulle gambe e Nainggolan ha anche il tempo di divorarsi il possibile 2-2 fallendo un rigore in movimento. La squadra di Spalletti rinfrancata sfrutta le amnesie giallorosse ed è ancora Perisic a servire un assist d’oro a Vecino, che realizza la sua prima rete ufficiale in nerazzurro. Nel finale Joao Mario sfiora la quarta marcatura.

Di Francesco a fine gara l’ha fatto capire chiaramente: la squadra ha giocato un gran bel calcio, si è mossa bene, è stata padrona del campo, ha dettato il gioco ma non ha concretizzato. Tutto vero, certo i tre legni fanno parte del calcio, ma testimoniano anche di come la squadra sia stata estremamente pericolosa. Strootman, almeno nel primo tempo, è sembrato quello di qualche anno fa. I movimenti sono quelli giusti, Perotti è in grande condizione, forse Defrel è ancora estraneo al gioco e qualche importante novità di mercato potrebbe aiutare. Va forse rivista la posizione di Nainggolan che attualmente limita il potenziale offensivo della squadra. Proprio Spalletti ha saputo trasformarlo nel grande giocatore ammirato in questi ultimi anni. Inutile dire che il problema principale è rappresentato dal reparto difensivo. Juan Jesus, seppur volenteroso, non può fare miracoli specie se messo in una posizione non sua. Fazio è sembrato sulle gambe nell’ultima parte di gara. E Manolas non è ancora il migliore giocatore che l’Olimpico ha potuto ammirare. Di Francesco ha fatto capire che arriverà qualcuno al centro, Monchi è stato più diplomatico. Moreno dato per grande acquisto non ha ancora giocato nemmeno un minuto. Perché? Il recupero di Florenzi poi potrebbe ridisegnare modulo e molto altro. La squadra in queste due settimane dovrà lavorare sul piano fisico, ma anche mentale. Ci sono tutti i presupposti per disputare una grande stagione.

Un ultimo appunto per la Var. Perché a Genova per ogni minimo dubbio è stata utilizzata e all’Olimpico no?

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