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Bacca e Niang battono una Lazio mediocre. San Siro stregato da 27 anni.

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Il Milan, dopo tante vicissitudini più o meno chiare, con un mercato pressoché nullo e con un dualismo societario al proprio interno, batte la Lazio e si proietta al secondo posto insieme alla Juventus nell’attesa della giornata odierna. Niang – Bacca è la coppia di assi vincente, quella che fa vincere una squadra nascondendo i molteplici difetti, quella pubblicizzata da Luglio a questa parte, con Montella alla ricerca dell’assetto migliore con i giovani da lanciare. Un risultato che rispecchia un campionato assai mediocre nel gioco, con tre squadre ad esprimere cose apprezzabili ed il resto a fare da contorno.

Male la Lazio. Male le prerogative, in un momento dove si poteva dare qualcosa in più, presentare una squadra molto più sbarazzina di un abbottonato 3-5-2. Male i giocatori in campo con solo qualche sprazzo, male l’approccio alla gara, male quasi tutto. Malissimo Inzaghi. Alla vigilia, il tecnico lamentava diversi fattori che hanno penalizzato la Lazio alla vigilia dell’incontro, su tutti il giorno avuto in meno per riposare rispetto al Milan. Una motivazione assurda calcolando che siamo solamente a Settembre e con una sosta effettuata per le Nazionali.  Anche dopo il match, le parole sono state quasi le stesse come se ci fosse un filo conduttore che dimentica la bruttezza vista in campo contro una squadra abbordabile che grazie al successo è in seconda posizione, almeno fino a stasera, e percorre il solito filo logico di una scusante iniziata contro la Juventus e che non si saprà mai dove finirà. La Lazio, con le grandi, ha delle grosse difficoltà. Lo scorso anno con Pioli, quest’anno con Inzaghi. Cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Nel momento in cui si poteva sfatare il tabù che dura da 27 anni in terra milanese e con i rossoneri che non hanno più i vari Weah, Papin, Savicevic, Maldini, Nesta, Baresi, etc, non c’è stata quella lungimiranza per guardare oltre e tentare di fare il colpaccio. Stesso nastro già sentito e risentito. Osare di più sarebbe stata una chiave di lettura necessaria. Cercasi carisma di qualcuno disperatamente.

Le note liete portano il nome del solito Keita, giocatore ormai a mezzo servizio per Inzaghi ma che vivacizza sempre la manovra, Milinkovic, giocatore che offre prestazioni di sostanza in mezzo al campo con il 3-5-2 e Strakosha che si è fatto trovare pronto dopo che Marchetti, nel riscaldamento, ha avuto un problema muscolare. Discutibile la scelta di scendere in campo con Lulic e Basta sulle corsie laterali e tenere in panchina Felipe Anderson e Keita, calcolando che nel Milan, Suso e De Sciglio, se pressati, vanno in forte difficoltà.

Parolo e Radu indirizzano la partita su un binario senza luce per la Lazio. Bastos non brilla, in linea con la gara di Pescara e De Vrij inciampa sulla palla che induce alla leggerezza Parolo nell’azione della prima marcatura del Milan. Nel secondo tempo Felipe Anderson prova a riaccendere la luce ma la gara vive di una mediocrità di gioco quasi imbarazzante, con tanti errori e poca lucidità. Djordjevic invisibile.

La mancanza di Lucas Biglia è sotto gli occhi di tutti.

 

Mirko Cervelli

 

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