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Massimo Canini racconta la sua versione dei fatti sulla Vjs Velletri

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Nella travagliata estate del calcio veliterno, che vede il rischio di scomparsa per la storica V.J.S. Velletri, l’ultimo ad arrendersi è Massimo Canini. Calciatore storico negli anni d’oro del club rossonero e responsabile del Settore Giovanile nella passata stagione, il dirigente veliterno ha voluto dare la sua versione dei fatti ripercorrendo la storia difficile e controversa del sodalizio di via del Campo Sportivo, dall’inizio del tracollo fino ad una sparizione che ad oggi sembra ancora non scongiurata.

Ad agosto – ha esordito Canini – con Roberto Bruni direttore generale è stata allestita una squadra di ragazzi giovani, allenata da un tecnico promettente e preparato come Davide Guida, e ricordo i colloqui in cui si facevano gli accordi economici che il presidente Scaccia approvava. Sintomatico il caso di uno degli ultimi giocatori tesserati, perché il presidente ci pensò due giorni prima di dare l’ok affermando che doveva valutare se rientrava nel budget. Ma il budget qual era? Su quali basi era calcolato? Viene da pensare che fosse calcolato sul niente. In ogni caso la squadra giocava bene, i ragazzi erano motivati e a novembre con un bel punteggio in classifica e belle prestazioni i calciatori hanno chiesto legittimamente i primi rimborsi relativi al mese di agosto, insieme allo staff tecnico. In più tutto il settore agonistico, la segreteria e gli istruttori della scuola calcio dovevano percepire il loro rimborso. Da lì è cominciato il finimondo.

L’ultima partita giocata con la squadra allestita ad agosto è stata a Falasche, dove l’allenatore Guida è sceso in panchina da solo senza un accompagnatore e un dirigente, tanto che la lista è stata firmata dal capitano Rovitelli. La settimana precedente il presidente Scaccia aveva sospeso gli allenamenti e rifiutato vari confronti con la squadra che chiedeva rassicurazioni per il futuro. Finita quella partita tutti i giocatori hanno inveito contro la società per poi andarsene in settimana, ed è iniziato il tracollo gestionale della V.J.S. Velletri. Io e Roberto Bruni ci siamo messi alla ricerca di altre persone che entrassero in società, facendo vari colloqui con personaggi di Roma e provincia. Tutti chiedevano qualcosa, qualche garanzia. Finchè non è arrivato Paolo Barbetta, che voleva investire nella V.J.S. Velletri e avrebbe anche fatto rimanere Scaccia a condizione che partecipasse economicamente alla gestione. Scaccia non ha voluto finchè un giorno io, Mirko Leoni e Paolo Felci siamo riusciti a parlarci e chiedergli di fare un passo indietro cercando di convincerlo a cedere. La sua risposta è stata “La V.J.S. è mia e la do a chi mi pare”, e in più ci ha accusato anche di fare tutto ciò per i rimborsi. Io in cinque anni, da quando mi ha portato in società Paolo Cerci, non ho mai percepito un rimborso, non mi sono mai lamentato per soldi, ci ho rimesso molto del mio e l’ho fatto con piacere per amore nei confronti della V.J.S. Velletri e dei ragazzi. Il giorno dopo quel colloquio con Scaccia ci siamo trovati esonerati”.

Canini ripercorre anche ciò che l’ha portato all’incarico prestigioso di responsabile del settore giovanile, dopo una gavetta fatta di allenamenti e carriera dirigenziale (ha ottenuto la promozione negli Allievi Regionali qualche anno fa riportando il titolo a Velletri insieme a Stefano Giammatteo):

Quest’anno grazie a Roberto Bruni sono stato nominato responsabile del Settore Giovanile, visto che non potevo più allenare per problemi di salute. L’anno prima infatti facevo il secondo a Corrado Sambucci, però non mi sono trovato tanto bene anche perché non venivo considerato, ma sono rimasto sempre in silenzio”. “Ritornando a quest’anno – continua Canini – a dicembre Paolo Barbetta ha preso in gestione una società da rifondare senza nessuna garanzia. Erano rimasti in rosa solo Rovitelli, Pasqualini e Del Ferraro. Intanto si era già cominciata a rompere la Juniores perché prima dell’ingresso di Barbetta la squadra, guidata da Abbatini, aveva dovuto giocare il sabato e la domenica nel proprio campionato e in Promozione. Barbetta e il direttore sportivo Mauro Bernardi hanno preso dei ragazzi, spendendo anche tanto perché questi chiedevano cifre esagerate che la società non poteva rifiutare vista l’emergenza di allestire una rosa per tentare la salvezza. E’ arrivato un ottimo allenatore per la categoria, Paolo D’Este, ma rimaneva la mancanza di una garanzia per la nuova dirigenza che aveva cominciato a lavorare. Paolo Barbetta ha provato a contattare varie volte il presidente Scaccia, fino agli ultimi mesi quando c’è stato un appuntamento che però non ha portato a risultati. Nel frattempo io e Bernardi siamo andati a parlare con l’assessore allo sport al Comune, il quale ci ha chiesto di sanare il debito della gestione Scaccia oltre quello della gestione Barbetta, in unica soluzione. Barbetta ritenendo la richiesta irricevibile non ne ha voluto più sapere del Comune e siamo rimasti in tre dopo gli ultimi tentativi fatti da Bernardi per salvare la società: io, il responsabile comunicazione Rocco Della Corte e il magazziniere Severino Bianchini.

Abbiamo parlato allora con l’assessore Sergio Andreozzi, il quale si è dimostrato disponibile a venirci incontro facendoci parlare con il dirigente De Gregori. Abbiamo incontrato il dirigente, che ha dato la possibilità di rateizzare tutto il debito presentando una fidejussione bancaria, dato che varie dirigenze non hanno corrisposto il dovuto al Comune a partire dagli anni passati. Nessuno ha voluto prendersi in carico questa fidejussione. Degli imprenditori prima di Cisterna, poi di Velletri, ci contattavano mandandoci avanti alla ricerca di soluzioni e informazioni e noi paradossalmente andavamo a parlare con il Comune e con la Federazione senza sapere nemmeno per conto di chi. Per partecipare al bando bisognava dunque presentare la fidejussione e pagare una rata di 400 euro al mese circa per dieci anni, ma nessuno ha voluto prendersi in carico la situazione, nessuno degli imprenditori che si sono avvicinati a parola alla V.J.S.

Si parla tanto ma la V.J.S. Velletri interessa a cinque – dieci persone in tutta Velletri: chi c’era se n’è andato, varie persone scappano in altre società dove non vengono pagati lo stesso, ma non mettono tutto in piazza come magari hanno fatto ai tempi della V.J.S.. Per la scomparsa di questa società non ci sono stati festeggiamenti eclatanti, ma c’è chi ha festeggiato anche solo con un sorriso. Un responsabile di un’altra società si faceva foto in cui ufficializzava giocatori tesserati con la Vjs prima ancora del loro svincolo, cosa scorretta. Negli scorsi anni i rimborsi bene o male sono stati dati, chi più chi meno, qualcosa è stato preso. I due allenatori della prima squadra degli ultimi due anni, Guida e Sambucci, devono invece prendere il loro compenso.

Arriviamo in questa assurda storia al 13 luglio: sembrava tutto a posto, era stata iniziata la pratica per l’iscrizione in Promozione con riserva, avevamo il nulla osta in mano dato dall’assessore allo sport per disputare a Velletri almeno le partite domenicali, ma qualcosa è andato storto. L’assessore, a sorpresa, si è fatto riconsegnare il nulla osta un’ora dopo averlo consegnato perché ha detto che era stato sbagliato, e si è chiusa la possibilità di iscriversi in Promozione senza disponibilità di impianto sportivo solo per le gare ufficiali. Dopo la chiusura del bando e dell’iscrizione in Promozione è venuta fuori un’altra cordata di Roma che insieme ad altri personaggi di Velletri sarebbe interessata a rilevare la V.J.S.. Ma in quale campo ci si allena? La sede? Dove si gioca la domenica? La V.J.S. sarà fuori per tre anni dal “Giovanni Scavo”. Passi giocare fuori per la prima squadra, visto che i ragazzi sono automuniti, ma per i giovani di Velletri senza patente come si fa ad andarsi allenare fuori? Quello che più fa male alla fine di tutto il discorso – conclude Canini – è che da fine maggio in poi tutti hanno abbandonato la barca, siamo rimasti in tre. Questa è la cosa peggiore. La società è stata fatta sparire, nessuno l’ha presa a cuore nonostante le oggettive difficoltà”. Un resoconto amareggiato e dettagliato quello di Massimo Canini, che dà una versione puntuale e precisa del suo punto di vista non risparmiando nemmeno le critiche ove necessarie. Intanto il futuro della V.J.S. Velletri resta appeso a un filo e incerto.

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