calciolaziale.com

Inzaghi a punteggio pieno, ora l’esame Juve

candreva

La Lazio trova il secondo sorriso della gestione Inzaghi battendo tra le mura amiche un Empoli che non ha più nulla da chiedere a questo campionato.

Una gara, questa del ritorno, che va a cancellare quella dell’andata, in una trasferta in terra toscana davvero sfortunata per l’ex ormai tecnico Stefano Pioli e per tutto il collettivo biancoceleste.

Con Inzaghi in panchina le statistiche sono abbastanza favorevoli. Se sotto la gestione Pioli il primo quarto d’ora iniziale era da incubo, con l’ormai ex tecnico della Primavera i biancocelesti volano: in due gare si sono assistite a quattro reti nel primo tempo, tre delle quali nella prima mezz’ora.

La Lazio non ha rischiato nulla e per la seconda volta consecutiva non si subiscono reti. Dato da non tralasciare nonostante le difficoltà evidenti di una difesa che va in difficolta se messa sotto pressione. Tutto questo, contro l’Empoli, non è avvenuto.

Inutile tessere le lodi del nuovo tecnico. Palermo ed Empoli hanno rappresentato un trampolino soft di lancio in attesa di vedere un maggiore livello tattico contro Juventus e successivamente, il 1 maggio, contro l’Inter. La partenza è incoraggiante, soprattutto ritornare a donare ad un popolo laziale dilaniato da un tre quarti di campionato deludente, quel piccolo senso di appartenenza ed un gioco latente sotto la gestione Pioli.

Non è ormai un caso che la squadra abbia una propria fisionomia. La squadra è al corrente delle gerarchie di Inzaghi che reinventa un ottimo Onazi messo nel dimenticatoio dopo il goal magico dell’ultima giornata di campionato contro il Napoli consentendo la disputa di un preliminare di Champions e bravo a siglare il secondo goal che mette in ghiaccio la partita, rinvigorisce un Gentiletti depresso per tutta la stagione dandogli il giusto spazio affiancandolo ad Hoedt che senza eccessive sbavature infonde una sorta di sicurezza ad un reparto arretrato supportato con l’arretramento a tratti sulla linea difensiva di Biglia per una difesa a 5.

Bravi Lulic e Patric sulle fasce. Proprio dalle ali partono le cose migliori. Inzaghi non inventa nulla, ripercorre un 4-3-3 vecchio stampo caro all’annata trionfale di Pioli. Candreva impara a calibrare i cross e mette in rete il rigore per un tocco in area di mano, Keita inventa e spazia in largo in lunga con l’unica pecca dell’ingenuità dovuto alla sua giovane età (muso a muso con Paredes inutile ndc). In avanti inutile dire la prova maiuscola del solito Klose che si prodiga al fianco della squadra usando quell’altruismo che da sempre lo contraddistingue da buon Campione del Mondo. Nel finale c’è gloria anche per Djordjevic che non incide ma si impegna a dovere come vuole Inzaghi.

onazi

La Lazio esce tra gli applausi di un pubblico che riconosce la volontà di salvare il salvabile con un impegno onesto di tutta la squadra dopo il patto di Norcia.

Tutto sommato, a guardare la classifica, il Milan non è poi così lontano e vive una situazione di assoluta anarchia dopo l’esonero di Mihajlovic in favore di Christian Brocchi al ridosso della finale di Coppa Italia contro la Juventus. Provarci è d’obbligo, nonostante la vittoria dei rossoneri in serata a Genova,  ma comunque il passato influisce in maniera predominante come un macigno su eventuali sogni europei.

Gli impegni ardui portano il nome di Juventus ed Inter, intervallati dalla trasferta delicata di Genova sponda Samp. Partire con due vittorie è un buon biglietto da visita per tutti, sei punti che fanno morale. La possibile riconferma di Inzaghi passa soprattutto per campi caldi, cercando, ovviamente, di non sfigurare.

Tre gare che potranno dire tanto in una stagione che non ha detto nulla. Il calcio è anche questo.

Mirko Cervelli

Leave a Reply

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>