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Le puntualizzazioni di Matrigiani in risposta a Liberti e Prati

La Vis Artena, nella persona del suo presidente Roberto Matrigiani, è costretta a interrompere per un momento il silenzio stampa imposto a tutti i suoi tesserati qualche giorno fa solo per fare alcune doverose precisazioni in relazione a due vicende di cui si è parlato tanto, spesso a sproposito, negli ultimi giorni o settimane vale a dire le separazioni (in ordine di tempo) con il centrocampista Francesco Prati e con mister Fabrizio Liberti, tra l’altro intervenuti lunedì in una trasmissione televisiva in onda su una televisione locale.

«Per quanto riguarda Prati – dice Matrigiani -, finora avevo sempre deciso di non svelare come erano realmente andate le cose, ma visto che continuo a sentire versioni fantasiose, è bene puntualizzare. Innanzitutto va ricordato che Francesco, assieme a capitan Christian Romaggioli (come sottolineato anche dalla foto) e a Peppe Monaco Di Monaco, è stato il primo confermato di quest’estate e questo per sottolineare che non c’era bisogno di qualche pseudo-procuratore per capire l’importanza di Prati all’interno del nostro organico. Dopo poche partite, in cui Francesco aveva giocato molto bene andando pure a segno diverse volte, il ragazzo ci ha chiesto un adeguamento del rimborso spese concordato all’inizio, ma il club non ha assecondato la richiesta non ritenendola corretta. Successivamente ho saputo per vie traverse, ma assolutamente certe, che Francesco aveva cercato altre soluzioni e a quel punto abbiamo deciso noi di interrompere il rapporto, tra l’altro non prima di aver inviatogli io stesso più di un messaggio (rimasto senza risposta) per incontrarci e parlare di questa situazione. Successivamente alla nostra separazione, ho anche riferito a un presidente interessato a Prati che lui aveva lasciato Artena “per motivi personali”, tenendo per me il reale andamento delle cose». Altro giro, altra puntualizzazione: capitolo Liberti. «Il mister l’ho voluto fortemente e difeso a spada tratta anche in presenza di risultati non all’altezza delle aspettative. L’ho sostenuto in maniera incessante tanto da portare la squadra due volte in ritiro in preparazione ad altrettante sfide di campionato. Purtroppo il calcio è legato ai responsi del campo e questi hanno dato torto al mister. Credo che sia stato di cattivo gusto, da parte sua, dire di aver trovato la squadra in “condizione atletica quasi pietosa” al momento del suo arrivo, mettendo in cattiva luce il lavoro di Mirko Granieri e del fratello preparatore Danilo che, va sottolineato, una volta fuori dalla Vis Artena non hanno mai detto una parola di scredito sulla società che li aveva esonerati nello scorso mese di dicembre. Liberti ha parlato di una lista di giocatori da tagliare: in realtà era semplicemente un’indicazione di sfoltimento della rosa, visto che l’organico iniziale era stato costruito per fare due competizioni e invece ci siamo ritrovati in corsa solo per il campionato. Tra l’altro lui non mi ha mai chiesto il ritorno di Prati, come ha affermato, e comunque i motivi per cui non sarebbe stato possibile li ho spiegati in precedenza ed erano precise scelte societarie. Sui tifosi che secondo Liberti “casualmente” sono ritornati domenica scorsa ad Artena facendo striscioni per Granieri, dico che sono stato piacevolmente sorpreso anche io di questo fatto, non ci vedo nessun motivo nascosto e mi auguro che continuino a sostenerci. Infine per quanto riguarda la posizione del preparatore Davide Trinca che “Granieri avrebbe contattato” per rimanere ad Artena, dico che il tentativo l’ho fatto io semplicemente perché sembrava che Danilo Granieri avesse dei problemi lavorativi che poi ha risolto e comunque perché avevo apprezzato il lavoro di Trinca nel suo periodo di permanenza all’Artena assieme a mister Liberti. Non mi è sembrato scorretto chiedere la sua eventuale disponibilità a continuare. Fatte queste doverose sottolineature solo per amor di verità e non per una sterile polemica, chiederei a tutti di farci lavorare serenamente da qui alla fine di una stagione in cui cercheremo di rendere Artena orgogliosa di noi».

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