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Eccellenza/A: Vai avanti tu, che mi viene da ridere

“Vai avanti Tu, che mi viene da ridere”!

La domenica più folle e imprevedibile degli ultimi quindici anni, almeno

Scivolano, e di brutto, Fonte Nuova (2-4), Ladispoli (4-0 a Montefiascone)

Montecelio (0-1 col Grifone) e “City” (0-2 con l’Almas). Ringraziano Trastevere e Fregene

La quinta giornata di ritorno passerà agli archivi e nella memoria collettiva come la più folle degli ultimi 15 anni. A memoria d’uomo, anche tornando indietro, non ricordavamo un turno di campionato in cui a cadere, pure rovinosamente, siano state quattro delle prime cinque in classifica; per giunta con la seconda della classe, il Villanova, capace di acciuffare soltanto all’87°, su rigore, la minima dote settimanale. Perde il Fonte Nuova, a Tor Lupara, 4-2 dal Fregene, e, giustamente, il collega Giannandrea si domanda: “Che fine ha fatto, la squadra di Giancarlo Oddi, capace di riscuotere applausi per tutto il girone di andata?”. Lecito quesito. Perde a Montefiascone il Ladispoli, 4-0, in maniera ancora più rotonda, ed è la seconda, assurda débacle, di queste proporzioni, dopo quella in casa della capolista, ed è la quinta sconfitta, in campionato, per i giocatori di Claudio Solimina. Scivola davanti al proprio pubblico il Montecelio, quinta sconfitta anche per la squadra di Alessandro Amici: basta, al Grifone in cerca di gloria, dopo il 2-2 con il Fonte Nuova, il gol di potenza realizzato dalla media distanza da Mancini, al 4′ del primo tempo, e mai più ripreso dai gialloblù tiburtini. Cosa più imprevedibile, non per la qualità dell’avversario, l’Almas, per carità, ma per l’occasione gettata alle ortiche, perde il passo anche lo Sporting Città di Fiumicino, battuto 2-0 dai ragazzini di Andrea Durante al “Vincenzo Cetorelli”: dopo il primo tempo terminato 0-0, al 10′ della ripresa segna Incoronato, al 25′ raddoppia il bravo Colasanti, per la gioia dei dirigenti e dei sostenitori biancoverdi.
E’ stata una domenica matta, imprevedibile, che lascia, tuttavia, poche attenuanti, in sede di giudizio, alle squadre sciagurate che hanno confinato i propri orizzonti per degli evidenti limiti di concentrazione e paure varie (il Fonte Nuova), di attenzione e umiltà (il Ladispoli), di consapevolezza nei propri mezzi (Città di Fiumicino e ancor di più Villanova), di condizione e palese assenza di lungimiranza (il Montecelio). E prima di andare a fondo nell’analisi va detto che meritano un grande applauso il Fregene, che si veste da Cenerentola e diventa una bella principessa, al cospetto di chi guida il campionato ed è la meno battuta (3 knock-down). Stesso discorso per il Montefiascone, che trova 3 punti d’oro con 4 gol segnati al Ladispoli, in un momento importante della stagione. E un’altra che deve sorridere è il Grifone, che si sistema a 28, a tre dal Cre.Cas., tenedno a bada il Civitavecchia (27) e proprio la squadra di Del Canuto, salita a 26. Infine tanto di cappello all’Almas di Andrea Durante per aver vinto in riva al Tirreno, impresa che, forse, non riuscirà a tante, dopo questa particolarissima domenica del Signore.
Il Fonte Nuova non era partito per vincere il campionato, e siamo d’accordo: ma una volta prima, questa è l’accusa più rilevante, non ha avuto la costanza, la forza per battere la paura di vincere, la capacità di eliminare le singorezze dei singoli e quelle collettive, per cambiare passo e andarsene. E se non vince a Monterosi è giusto che non vinca il campionato, visto che il 15 febbraio il calendario mette di fronte Ladispoli e Montecelio ma anche Villanova e “City”. Quindi o prova l’allungo sperando che tra le concorrenti ci sia una gara a eliminazione, e sognando uno o più pareggi tra di esse, oppure è meglio che al 17° kilometro della Nomentana è saggia e cosa giusta mettersi l’anima in pace. A rovinare le flebili sicurezze della 1° in classifica il gol di Leone (21′), il raddoppio di Agostino (49′), altre occasioni sciupate. Quando segna Silvestrini passano 60 secondi e va in rete ancora Agostino, poi Nanni (82′) e il secondo gol di Bertino nel finale. Non vorrei aggiungere sale a chi soffre di alta pressione arteriosa ma la domanda che qualcuno abbia preso sotto gamba la partita potrebbe passare nei pensieri di Giancarlo Oddi: la classifica è stata pessima lettura, per qualche suo giocatore.
Il Ladispoli ha il solo, ristretto e debole alibi del campo reso un pantano dalla pioggia, nonostante l’erba presente a Montefiascone: cosa dovrebbero dire, tutte le avversarie che vanno al “Martini Marescotti”, a disputare le partite contro i rossoblù tirrenici sulla terra battuta? Questo non è il tennis, è il calcio, e bisogna adeguarsi a ogni situazione, che sia per piedi felpati o per calciatori “muscolari”. E perdere in casa della 15° in classifica (aveva 23 punti, prima di tanta grazia), con un gol di Matarazzo e tre segnati da Serafini, un rigore e due su azione, hanno fatto passare la formazione cara a Lorenzo Minciotti come un collettivo ambizioso e d’alta classifica. Di sicuro più realista, più “affamata” e convinta, e coi piedi per terra di quanto non abbiano ipotizzato diversi, troppi giocatori ladispolani.
Il Montecelio sta cominciando a pagare il conto di una rosa corta e forse spremuta, in precedenza, dal doppio impegno con la Coppa Italia, e dall’uscita in semifinale non ha trovato ulteriori motivazioni capaci di sospingere avanti una compagine da una parte troppo aggrappata al rendimento dei singoli; dall’altra priva di una panchina all’altezza dei titolari o di rilevarne in parte la qualità espressa fino a un certo punto. Arriva il Grifone, che si deve salvare, con il gran lavoro di Sgherri, e diventa notte fonda.
Il Villanova continua a vivere la sua straordinaria favola, emulata, nella scelta di puntare, e tanto, sui giovani, e di scoprirli maturi, soltanto dal Fregene, in questo spaccato di stagione; e deve ringraziare, il gruppo dei fratelli Armeni, di aver ripreso la partita, non di aver sciupato interamente l’occasione. Sia per come si era messa, gol di Barluzzi (76′) pareggio di Camilli (87′) su rigore, sia perché parliamo, come sopra specificato, dell’unica tra le prime 5, in grado di ottenere qualcosina. E la vetta è a un punto.
Veniamo a chi è passato alla cassa: giustamente il Trastevere, come diceva, con speranzoso ottimismo via radio Bruno D’Alessio, vice-presidente del club di Via Vitellia, dopo il 2-0 sulla Vigor Acquapendente, firmato da Proietti (11′, rigore) e Mastromattei (68′). E ora i ragazzi di Sergio Pirozzi sono rientrati nel gruppo che conta avendo già scontato, e tanto, incertezze casalinghe e infortuni. Come dire: “Abbiamo già dato!”. E il Fregene, intriso di giovani, e tanti, di qualità, chiamati da Corinaldesi, Caputo e Manfra alla corte di Ciaccia e Barnabei. Fatto è che sia il Trastevere, che sale a Civitavecchia, sia i biancorossi, attesi, in casa, dal Montefiascone, ascolteranno di più, domenica prossima, Radio Cusano Campus 89.1 per sentire dei menzionati confronti diretti di vertice.
Sorianese e Monterotondo fanno 3-3 e nel tabellino emergono due fattori, in favore degli eretini di Marco Ippoliti: il primo è la tripletta di Federici, giocatore di livello, messo in condizione di nuocere da un gruppo compatto. Il secondo è la convinzione di questa pericolante, che vuole provare a portarsi fuori dalla zona rossa della graduatoria. Se non batte il Futbol Club tra sei giorni è giusto che vada ai play-out. E, a proposito degli orange, la partita della disperazione o dell’Ave Maria, come dicono in America, rimane tale, anche al fischio finale: Giuffrida sciupa un rigore, segna Moronti, pareggia Midulla. Restano ultima e penultima. E nel giorno in cui il Santa Maria delle Mole le distanzia pure, col 3-2 rifilato al sorpreso Cre.Cas.: segna Fatati, pareggia Taverna, poi l’autorte di Corsi per il parziale 2-1; quindi Regis dal dischetto e Calabresi, anche lui dagli 11 metri.
Che domenica folle! Per onestà di pensiero, peraltro non sempre apprezzata, in questa regione di farisei e permalosi, diciamo anche che non è che manchino una o due realtà capaci di rivestire il ruolo di padrone e primedonne del campionato. E’ che rischia di passare per un campionato scarsino, se aumentano le sconfitte per quelle che sono di sopra. Il Fonte Nuova ne ha perse 3 su 22, il Villanova 4, il Ladispoli e il Montecelio dalla rosa “contenuta” 5. Ma qui sono in corsa, ancora, a 12 turni dalla fine, squadre che ne hanno perse 7, Trastevere, Sorianese e Vigor, e persino il Fregene, 8 battute d’arresto. Il che ricorda la Lupa Roma che ha vinto la Serie D pregando il Cielo, dopo 9 sconfitte, la passata stagione. Volessimo ridurre tutto a una battuta potremmo dire: “Vai avanti tu, che mi viene da ridere”, sembra la giusta menzione cinematografica. Troppa sincerità?

Massimiliano Cannalire

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