IL PRINCIPE di TIVOLI DICE BASTA
GIORGIO RICCI SMETTE CON IL CALCIO
Il re ha abdicato. Questo, c’era scritto, all’ora di cena di oggi, su Facebook. Strano, come cambia il tempo. Solo qualche anno fa ci sarebbe arrivata una “soffiata”, una telefonata, un comunicato, e invece no: senza voler polemizzare, il Principe di Tivoli, così come lo abbiamo ribattezzato nel corso della sua lunga carriera, ha evidenziato la voglia di smettere. Gli scarpini dalla borsa, con il mondo del pallone, e di non proseguire nell’inflazionato mondo degli allenatori di base, dove, da qualche anno, fioccano più tesserini e cartellini che nel mondo dei giornalisti pubblicisti.
Giorgio Ricci si è stufato, ha detto “basta”, scherzando sul fatto che non abbia raggiunto i 40 anni correndo ancora appresso a un pallone. “Li faccio il prossimo 10 dicembre”, dice con il sorriso.
Tu non sei un calciatore qualsiasi, sei Ricci da Tivoli, uno che dalla Serie D e dall’Eccellenza è uscito spesso con grandi numeri. Possibile, che ti sia venuta la voglia di lasciare il calcio giocato.
“Sì, ho preso questa decisione che credo al 90% sia quella da percorrere adesso, che sono quasi arrivato a 40 primavere. Giunto qui, a 40 anni, preferisco starmene con le figlie e con la mia signora. Intanto la decisione è quella, poi se a dicembre c’è qualcosa di interessante, magari per chiudere l’anno, vediamo. Volevo superare questo confine d’età ma comprendo pure che, prima o poi, sarebbe accaduto, e credo sia meglio così”.
La prima domanda impegnativa che ti pongo è: il problema è emerso nel rapporto con il Guidonia?
“Devo pensare al lavoro e non soltanto, e non ce la faccio più a correre, sempre. Al 90% sarà così perché ci sono troppi tasselli da mettere insieme, tra famiglia, lavoro e sport”.
Qualcosa deve essere successo, però?!
“Me ne voglio uscire senza problemi, proprio per la bontà dei rapporti personali: oggi ne ho parlato serenamente con l’allenatore e domani parlerò con Bernardini e con chi lo affianca”.
L’idea è che qualcosa abbia scricchiolato ma si affretta a dire…
“Tralasciamo, ci cono cose che vanno anche così, che mi fanno riflettere: che ti devo dire? Meglio uscire tranquillo”. Poi spiega: Dopo una notte di riflessione, hai visto quelle notti in cui pensi e non dormi? Questo, sto vivendo. Ci ho ragionato e mi sono dato un mese di riflessione, poi, se succede, che arriva un’altra situazione interessante, bene, sennò grazie di tutto”:
Pensi di fare l’allenatore, dopo?
“No, una volta che esco ho finito. Ma non potrei – scherza -, non ho il patentino”.
C’è sempre un posto come radiocronista, alla bisogna.
“Ne parliamo ma poi mia moglie mi mena, se pure dopo aver smesso mi vede uscire di casa per andare per campi di calcio. Ogni tanto magari…”.
Comunque vada, applausi a scena aperta, per uno dei più bravi attaccanti degli ultimi 20 anni, di quelli di cui si parlerà ancora, coi nipoti.
Massimiliano Cannalire