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Serie D-Poule Scudetto: Lupa Roma-Savoia 2-1

LUPA ROMA TROFEO

LUPA ROMA-SAVOIA 2-1

Lupa Roma: Di Loreti 9, Pasqualoni 6, Celli 7, Campobasso 6 (58′ Tajarol 6,5), Bova 6,5; Raffaello 6, Capodaglio 9, Neri 6,5 (45′ Scibilia 8); Leccese 6,5, Morini 6,5 (75´ Masciantonio 6,5), Cerrai 8. A disp. Di Filippo, Forti, Sentinelli, Crescenzo, Luciani, Chiesa. All. Cucciari 8.
Savoia: Maiellaro 8; Petricciuolo 7, Manzo 7,5, Terracciano 4, Mocerino 5,5; De Liguori 7, Ruscio 7 (81´ Longo s.v.); Tiscione 8, Esposito 7, Scarpa 7, Del Sorbo 5,5 (75´ Meloni 5,5). A disp. Rinaldi, Criscuolo, Stendardo, Di Pietro, Viscovo, Carotenuto, Johnson. All. Feola 7.
Arbitro: Sig. Arcangelo Vingo di Pisa (6,5). Assistenti Arbitrali: Sigg. Ruggieri di Pescara (6,5) e Rotondale di L’Aquila (7,5).
Reti: 6′ Manzo (S.), 79′ Tajarol (L.R., rig.), 84′ Capodaglio (L.R.).
Note: ammoniti Neri, Ruscio, Pasqualoni, Mocerino, Scarpa, Cerrai. Calci d’angolo: 9-4 per il Savoia. Recupero: 2′ nel I tempo, 4′ nel II.

Fiumicino (Roma) – La Lupa Roma batte in rimonta un gran bel Savoia che per un’ora e un quarto riesce a mettere le briglie a un’avversaria motivata, affamata di soddisfazioni, di misurarsi con ciò che sarà: il professionismo. Era e resta un gran bel biglietto da visita, la partita vinta coi bianconeri di Feola: lo era alla vigilia, perché del Savoia si è sempre detto un gran bene, tra gli addetti ai lavori e risultati alla mano. Lo è dopo l’impresa di averlo superato per 2-1 dimostrando nel secondo tempo che l’intensità e la grinta, la personalità e gli attributi, quando viaggiano e sono messi di fianco alla qualità del gioco che la squadra di Cucciari sa esprimere, sono tutti sentieri paralleli che, uniti, portano lontano.
La Lupa Roma parte bene, con il giusto piglio. Due trame offensive nei primi 120″ con Pasqualoni che, sulla seconda, prova un gran bel tiro, forte e teso, respinto in tuffo dal portiere Maiellaro, poi la difesa campana sgombera l’area di rigore ospite.
Il primo tiro del Savoia (4′) è tentato da Tiscione, che riceve in profondità un gran pallone da Ruscio; il numero 7, come entra in area, tira di collo interno ma senza precisione, e la conclusione termina sul fondo. Stesso esito (5′), persino da più lontano, per il generoso tiro provato da Petricciuolo, interessante numero 2 che qualche spiffero suggerisce sia in viaggio per la Serie B.
L’iniziativa successiva vede Scarpa incoraggiare Esposito, che tira dal limite costringendo alla deviazione in angolo Di Loreti. Dal corner che ne deriva, battuto da Tiscione, lo stacco di testa sul primo palo di Manzo spedisce la palla in rete all’altezza del primo palo. Vantaggio del Savoia. La Lupa Roma prova a riversarsi subito nella metà campo avversaria senza trovare l’adeguato passaggio di rifinitura. La squadra di Cucciari prova con generosità a costruire qualcosa ma dalla tre-quarti in avanti avviene senza precisione, e per giunta di fronte a una difesa solida e a un compatto centrocampo.
Al 37′ gran palla di Tiscione per Esposito che tira in corsa, con una grandiosa risposta di Di Loreti; il suo riflesso manda la palla a centrare in maniera piena la traversa. Dal conseguente calcio d’angolo non succede granché fino al 39′. Palla in verticale di Ruscio per Esposito che si presenta a tu per tu con Di Loreti, bravissimo, a deviare con la mano destra spalancata la conclusione del numero 11 di mister Feola. Due pericoli in tre minuti incoraggiano la Lupa Roma a riprovare la strada dell’attacco nello scampolo di tempo che resta fino al riposo. Neri prova con Morini e Capodaglio a giocare attraverso delle apprezzabili triangolazioni ma la difesa ospite da una parte è imperforabile, dall’altra ci mette del suo la compagine di casa a sbagliare l’ultimo passaggio. Neri esce per far posto a Scibilia per un acciacco prima del duplice fischio.

Gli strilli di Alessandro Cucciari si sentono bene, distinti, dalla cabina radio sistemato sopra la bandierina del calcio d’angolo: il tecnico romano sa bene l’importanza di misurarsi, da oggi, non da agosto o settembre, con un altro tipo di calcio, se si vuole far bene tra i professionisti. E lo dice in tutte le maniere, ai suoi. La Lupa Roma che rientra dai vicini spogliatoi è tutt’altra cosa, sul piano del gioco di squadra, dell’aiutarsi uno con l’altro, del giocare stretti, in mezzo, trovandosi spesso in superiorità numerica nel fraseggio. E questo evita il bel pressing visto nella prima parte dal Savoia che ha costretto alla sofferenza quando Campobasso, troppo abbonato a qualche pay-tv, e Raffaello, che litigava con l’equilibrio dei suoi tacchetti, nella prima parte. Il passare dei minuti racconterà di una Lupa Roma assetata di rivalsa, pur consapevole della maturità e dell’esperienza di giocatori quali Terracciano, Manzo, Ruscio e Scarpa, che fa un gran lavoro, e del talento puro di Tiscione.

Scibilia è tornato quello dei tempi migliori, e con la costanza e la caparbietà di Capodaglio e Cerrai, dopo lo straordinario primo tempo di Di Loreti, con il lavoro oscuro di Raffaello e Leccese e le geometrie di Morini, la Lupa Roma si rimette in carreggiata. Già al 1′ si percepisce la voglia matta di riprendere la partita con il Savoia, dalla grandissima punizione a girare di Capodaglio che esce di un soffio, rispetto all’incrocio dei pali di sinistra. L’ex enfant prodige del Guidonia dei tempi di Pochesci (esordì in Serie D ragazzino, n.d.r.) sta prendendo le misure al bersaglio grosso…

Al 6′ grande iniziativa di Scibilia culminata con un assist orizzontale di Leccese per Cerrai, che prova di interno destro da 25 metri, costringendo al balzo per deviare sopra la traversa Maiellaro.

E’ evidente che la gara sia cambiata, per la volontà espressa nei termini di costruzione del gioco dalla squadra di Alberto Cerrai e Alessandro Cucciari. Il Savoia durerà ancora per un ulteriore quarto d’ora. Al 12′ su un calcio d’angolo di Capodaglio si allunga la maglia di Campobasso ma il direttore di gara, pur vicino, sceglie di non intervenire. Poco dopo il tecnico locale si gioca tutto togliendo il difensore e mettendo dentro Tajarol, con un modulo tutto offensivo: trazione anteriore assoluta, per questo scorcio di stagione, per andare a Matera in posizione interessante, con l’opportunità, ghiotta, di andare più avanti possibile. Perché se vince il Savoia la Lucania sarà solo una trasferta forzata, è ovvio. Le mezze punte restano 3, ma anche i difensori, e siccome è naturale, esporsi al contropiede, l’allenatore della Lupa si gioca il tutto per tutto, con l’ex punta di Maccarese, Torrimpietra, Palestrina e San Cesareo che diventa, al posto di Leccese, arretrato, il terminale offensivo in punta allo scacchiere tattico.
Al 17′ uno scatenato Scibilia salta Petricciuolo, si porta verso l’area di rigore saltando due avversari e conclude a girare, con la palla che esce di pochissimo, rispetto al palo sinistro: applausi a scena aperta dai sostenitori di casa. Già, perché uno sparuto e stoico gruppo di tifosi bianconeri urla la propria passione dall’esterno del muretto di via Balsofiore, vista la trasferta vietata, con gente che si arrampica fino alle grondaie. Pazzia o amore, per il calcio? Forse tutte e due, insieme. Il Savoia, però, dopo il quarto d’ora perde lucidità e la benzina segnerà arancione. Al 19′ un’altra grandissima occasione, duplice, per la Lupa Roma: Cerrai per Capodaglio, palla in profondità per Tajarol, che tira una volta giunto davanti al portiere per l’errata applicazione del fuorigioco del reparto arretrato ospite. L’intervento di Maiellaro è strepitoso, con il piede destro allungato a respingere; la palla si inarca fino al limite dell’area ma Raffaello prova il piattone mandando la sfera in touche, decisamente alta.

Il tema della partita è un chiaro pentagramma: la musica la suona la Lupa Roma, il Savoia ora è silente ascoltatore. Bova alza un colpo di testa (22′) da buona posizione, pur nel traffico dell’area avversaria. L’unico segno di presenza offensiva dei ragazzi di Feola lo offre De Liugori che tira a rete di prima intenzione, con Di Loreti che emula il collega e dirimpettaio, respingendo il pallone d’istinto, col piede sinistro. Al 26′ Capodaglio saggia i grandiosi riflessi di Maiellaro, che scongiura il gol del pareggio. E a questo punto Cucciari spedisce dentro Masciantonio per Morini, e sarà la carta che, messa insieme al concetto di gioco di squadra, cambierà le sorti di questa poule-scudetto. Al 29′ il neo-entrato di porta in area di rigore, salta, secco, un avversario, Mocerino, che lo mette giù. Il derivante calcio di rigore viene trasformato di piatto destro, alla sinistra del portiere, che sceglie l’altro angolo, da Tajarol, per l’1-1. Adesso ha un senso, andare a Matera con le giuse motivazioni. Ma ci vuole ancora qualcosa di più. Per Tajarol grande gioia, visto che in settimana è nato il figlio Mattia, e giustamente Cucciari lo ha risparmiato quanto più possibile. Questo accade al 34′ ma quanto succede cinque minuti dopo è qualcosa che si vede nei musei, perché il concetto di gioco di squadra trova la adeguata soddisfazione nel mettere a frutto il profondo lavoro fatto nel secondo tempo, il cambio di passo, la grande compattezza e unità d’intenti mostrati dai singoli giocatori della Lupa Roma. La seconda punizione dal vertice dell’area a disposizione di Paolo Capodaglio, stavolta dal lato destro dell’attacco celeste, manda il talentuoso numero 4 alla conclusione mancina: una rete immaginifica! Una traiettoria bella e intensa come un quadro di Caravaggio, con la palla che si infila, precisa e giusta, appena sotto l’incrocio dei pali, per il boato, adesso, del “Pietro Desideri”, con tanto di rete presa in diretta radio. Un gol fuori dal comune, da consegnare ai nipoti, perché difficilmente si vedono idee che diventano fatti nel brevissimo volgere del tempo che parte dalla testa e arriva al piede e quindi nel “sette” di una porta. STREPITOSO! 2-1.

Di fronte a questa fortissima volontà di vincere alza bandiera bianca anche il Savoia, pur con qualche fallo di mestiere commesso nella prima parte della ripresa, per interrompere i tentativi di rovesciare il fronte di Leccese, Cerrai e compagni. Nel finale un brutto gesto di Terracciano, una gomitata su Raffaello che lo pressava, rischia di incattivire senza motivo una partita destinata a restare nei binari della correttezza: nel frangente si addormentano l’arbitro Vingo e il suo primo assistente Ruggieri di Pescara. Comodo gestirle, le partite, è evidente.
La Lupa insiste nel continuare a giocare, cercando magari il terzo gol e anche di non prestare il fianco a un Savoia in debito d’ossigeno: dopo quattro minuti di recupero il fischio finale decreta che la Lupa Roma c’è e vale il tentativo assoluto di arrivare fino in fondo. Per farlo, intanto, ha a disposizione due risultati su tre, a Matera. Ma ci andrà, conoscendo Cucciari, con la voglia di giocare a calcio. Perché se lo fa come ha mostrato nel secondo tempo al Savoia ce n’è per pochi. Una prova di orchestra da applausi, dai singoli a tutto il gruppo. Tanto di cappello.

Massimiliano Cannalire

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