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L’INATTESA ACCADEMIA: la sorpresa di un anno intero, nemmeno trascorso

ORTENZI

La sorpresa assoluta nel campionato degli Juniores d’élite

L’inattesa Accademia Calcio Roma

Nata soltanto 280 giorni fa su un campo fermo da un anno, a via di Settebagni ha raggiunto numeri e credenziali che viaggiano di pari passo con la volontà di crescita del centro sportivo. Si giocherà il primo play-off per il titolo juniores contro chi è più abituato, a certi livelli. E chi se l’aspettava?

 

di Max Cannalire

Roma – Il viaggio nel calcio giovanile romano ci porta a via di Settebagni, all’Accademia Calcio Roma. Ne parliamo con Attilio Ortenzi, che di questo neonato club, solo 9 mesi e pochi giorni di vita, è il direttore sportivo.

Attilio, avete scelto un nome impegnativo…
“Un nome nuovo, poi ci siamo resi conto che nuovo non era, in realtà, perché, aprendo i siti, leggendo in giro, sono tutte accademie, però ci piaceva questo nome per essere un po’ differenti dagli altri”.
Beppe Bergomi vinse nel 2009 lo scudetto con gli Allievi in Sicilia, con un nome del genere: Accademia Internazionale Milano.
“Me lo ricordo benissimo. Mi piaceva questo nome perché esisteva già l’Accademia Calcio Italia e per differenziare abbiamo aggiunto Roma, che è la nostra città. E abbiamo fatto una continuazione chiamandola Accademia Calcio Roma”.
Meno male che i risultati, soprattutto quelli della juniores d’élite, sono positivi altrimenti vi sareste sottoposti a facili ironie…
Sorride, Ortenzi, e dice: “Vabbé, ho capito, le ironie che intendi te sono positive. La juniores ha fatto un campionato davvero strepitoso. Noi adesso stiamo parlando dopo qualche giorno, siamo tutti contenti, abbiamo festeggiato, però le aspettative a inizio anno di certo non erano queste; non c’era passato lontanamente per la testa che saremmo entrati nei play-off. Calcolando anche che con questa squadra abbiamo iniziato la preparazione il 19 agosto ed eravamo in 11, e per essere 11 qualcuno lo abbiamo preso dal gruppo destinato alla Juniores Primavera. Poi, piano piano, con un po’ di pazienza, un colpo dopo l’altro, siamo riusciti a costruire una buona squadra. Poi è normale che, con il lavoro del direttore sportivo, dell’allenatore, di tutto lo staff, preparatore atletico, preparatore dei portieri, siamo riusciti a completare il lavoro e fare questa opera d’arte”.
Facciamo un passo indietro. Prima qui c’era la Bufalotta poi Gonini è andato alla Vigor Perconti, quindi la Porta di Roma e il Tanas Porta di Roma. La domanda che gli addetti ai lavori si pongono è questa: come si fa a raggiungere risultati apprezzabili come quelli attuali, dopo che l’attività è stata ferma per un anno. Il campo, è stato fermo per un anno? 230 ragazzini di scuola calcio, e tutta l’agonistica, quindi di fatto 400 ragazzi, coinvolgendo 400 famiglie. Come si spiega, tutto questo?
Ortenzi: “E da una società, aggiungerei, che apriva a luglio, quando riapriva il campo. Il trucco non c’è. Forse il trucco è che la gente si fida delle persone”.
Ma nel calcio romano non è facile, non è facilissimo…
“Ah!, sicuramente. Però ringraziando Dio, sono anni che sto nel campo e sono anni che vedo che la gente apprezza. Ho anche tanti nemici, ci mancherebbe, ma nella stragrande maggioranza dei casi le famiglie hanno dimostrato di apprezzare”.
Eppure tu sei tra i più giovani, strano. Almeno non tra i più anziani…
“E’ il 23° anno che faccio questo lavoro, ed è normale che i nemici ci siano. Credo, tuttavia, che il campo, la gente, il lavoro, che pagano di quanto fatto con serietà. I numeri sono stati importanti perché ci ha aiutato molto, e parlo soprattutto di scuola calcio, il fatto che il Fidene abbia terminato le attività in quel modo. Io, avendo fatto il direttore sportivo in quel contesto, per quattro anni, avendo avuto sotto uno staff di scuola calcio…”
Avendo anche vinto uno scudetto con la juniores nazionale, aggiungo io…
“Vabbé – dice con soddisfazione l’ex rosso-verde Ortenzi – è stata la ciliegina sulla torta. Avendo avuto, dicevo, uno staff molto, molto importante, di scuola calcio a disposizione, un responsabile che, senza togliere niente agli altri, ma penso di avere il migliore. Abbiamo gli istruttori tutti qualificati, addirittura la maggior parte usciti con la laurea I.S.E.F. oggi I.U.S.M.; abbiamo anche due ragazzi che si occupano di coordinazione motoria, un preparatore dei portieri seguito da un altro che lo aiuta, uno dei più bravi. Alla gente delle zone qui vicine non è interessato il nome della società ma gli anni di esperienza del gruppo dirigenziale, e si è fidata molto dello staff. E un numero consistente ci ha seguito dal Fidene”.
Operate, tra l’altro, in una vecchia circoscrizione che, un tempo era il IV Municipio, era il più grande d’Italia.
“Sì, è vero, ma è pure vero che nel giro di due chilometri e mezzo ci sono altre tre società. Perché io ti calcolo che l’Achillea sta a un chilometro e mezzo, la Spes Montesacro a due e mezzo, l’Atletico Fidene a 1 e 800 metri, per non dire gli stessi numeri. Società che, comunque, hanno, tolto l’Atletico Fidene che ha meno anni di storia, una lunga storia. L’Achillea esiste da una vita, la Spes Montesacro come nome è storica, e mi sembra che abbiano festeggiato i 100 anni di attività…”.
A questo vanno aggiunte le tante realtà legate al calcio a 5, tra la Nomentana e la Salaria.
“E’ una zona veramente piena di calcio con tante società. E in quest’area, secondo me, è fondamentale lavorare bene. E farlo ti porta a questi numeri qui, a una continuazione, a dei risultati, di agonistica. Il nodo resta quello: essere seri e lavorare bene”.
Torniamo al campionato juniores, che è quello che dà più visibilità per i risultati ottenuti come scudetti dal San Lorenzo, dal Tor di Quinto, dalla Nuova Tor Tre Teste e dalla Vigor Perconti. Nel vostro girone la Vigor Perconti è stata una piacevole conferma, anche per la bontà del lavoro di Bellinati e per il valido reclutamento dei collaboratori di Maurizio Perconti. Il Montespaccato veniva dalla finale della juniores primavera persa col Ceccano di Giuliano Farinelli, ma comunque aveva un organico solido. La sorpresa, lo possiamo dire, siete stati voi…
Ortenzi: “La sorpresa se è per la gente esterna all’Accademia Calcio Roma,. figuriamoci per noi. Noi ci abbiamo cominciato a credere…”
A dicembre?
“Diciamo a gennaio”. Il dirigente romano ci ripensa un momento e dice: “No, prima delle vacanze di Natale, sono sincero. Ci stavamo, stavamo sul pezzo, la squadra si allenava bene, i malumori da chi giocava meno non c’erano, era un gruppo unitissimo, il mister faceva un grande lavoro, il preparatore atletico anche; poi ci hanno dato una grossa mano quei due, tre pezzi che siamo riusciti a prendere a dicembre”.
E il cartello che avete messo qui di fuori con scritto “Assenza di pratiche”?
Ortenzi sorride e conferma: “Quello guarda è senza dubbio la cosa più importante. In questo momento noi abbiamo un ragazzo del 1997 che è titolarissimo nella juniores d’élite, e quando l’ho preso, ho fatto una riunione in mezzo al campo e ho detto a tutta la squadra: questo non è che viene qui a provare, questo viene qui a giocare. Dimostratemi che lui non deve giocare perché siete più forti e giocate voi. E non voglio sentire a uno che è ’95 o ’96. Perché dell’età non me può fregare di meno”. Questo Antonio Ferrara è un ’97 e anzi è diventato una sorta di cocco, di mascotte di tutta la squadra juniores. Perché oltre a saper giocare al calcio, è anche un bel tipo, rompe le palle a tutti, insomma”.
Parlando delle escluse c’è il Rieti che ha pensieri verso la prima squadra, l’Eccellenza, e ovviamente deve rendere conto al piano di sopra, anche se il primo posto non lo prende quasi più, visti i 6 punti di vantaggio che ha la Viterbese Castrense. Il Tor di Quinto, che tu conosci bene da vicino, è la prima volta che manca l’accesso alla seconda fase, in 30 anni”.
Ortenzi sospira accigliandosi: “Guarda, tu sai quanti legami io abbia in quella società ed è normale pensare che questa è una categoria che apparteneva al più forte di tutti, che è PAOLO (Testa, n.d.r.), perciò mi dispiace. Mi dispiace che dopo tanti anni non fanno più le finali. Però da quest’altra parte devo anche essere sincero che Tor di Quinto, quest’anno, era una squadra non preparata, non all’altezza degli ultimi anni”.
Non fa le finali ma nemmeno la Coppa Lazio: è una cosa che accade veramente ogni 30 anni.
“Eh, lo so. Però si paga il rinnovamento, e questa è una cosa che si paga, dopo tanti anni. Che deve per forza di cosa fare”.

L’intervista integrale verrà mandata in onda domenica mattina durante “Tutto il calcio regionale laziale minuto per minuto”, trasmissione di radiocronache dirette di settore giovanile, Promozione, Eccellenza e Serie D sui 105.8 di Radioincontro.

 

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