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SERIE D. COPPA ITALIA LUPA ROMA-AREZZO 5-6 DTR (1-1)

lroma

 

 

Coppa Italia – Quarti di finale con giallo al “Pietro Desideri”

Scempio a Fiumicino: Lupa Roma

derubata. Passa l’Arezzo dopo 12

rigori, 10 ufficiali + 2 nei 90 minuti

Il secondo rigore indecente

 

 

LUPA ROMA – AREZZO 5-6 d.t.r. (1-1)

Lupa Roma: Di Loreti, Forti (81′ Morini), Celli, Capodagllio, Luciani, Pasqualoni, Faccini, Raffaello, Tajarol, Chiesa (80′ Santarelli), Scibilia. A disp. Di Filippo, Zamagni, Apese, Icardi, Metta, Morini, Oliva, Benevento.

Arezzo: David (9′ Scarpelli), Bellavigna, Carminucci, Carteri, Dierna, Pecorari, Diemé (56′ Quadrini), Idromela, Essoussi, Rubecchini, Frasca (46′ Martinez). A disp. Zaccanti, Tonetto, Mencarelli, Carfora, Labate, Disanto, Quadrini, Martinez.

Arbitro: Sig. Francesco Di Stefano di Brindisi. Assistenti Arbitrali: Sigg. Giulio Basile di Chieti e Andrea Micaroni di Pescara.

Rete: 2′ Tajarol, 83′ rig. Essoussi.

Note: ammonito Pecorari al 16′; al Dierna al 22′ e Carminucci al 35′, tutti per condotta scorretta (gioco falloso); Scibilia al 46′ p.t. per gioco pericoloso, e Idromela al 58′, Di Loreti all’82’.

Sequenza  Rigori : Tajarol (LR) segnato, Carteri (A) segnato, Faccini (LR) segnato, Rubecchini (A) segnato, Capodaglio (LR) segnato, Quadrini (A) segnato, Raffaello (LR) segnato, Dierna (A) segnato, Morini (LR) traversa, Essousi (A) segnato

 

Dal nostro inviato al “Pietro Desideri” di Fiumicino – La Lupa Roma mastica amaro, dopo aver sciupato l’impossibile, nella prima parte, d’accordo, ma venendo platealmente maltrattata, oltreché da un avversario ruvido, in campo, dalla indecente concessione di un secondo calcio di rigore che sembra frutto di una seduta di psicanalisi. Già il primo palesava dei dubbi, con la palla che usciva dall’area di rigore, ma lì ci ha messo una (ingenua) mano l’errato istinto di Celli, che ha prestato il fianco al direttore di gara. Ma il secondo concesso nei 90′ regolamentari sa di presa in giro, e uno, per pura filosofia sportiva, lo definisce un clamoroso errore Francesco Di Stefano di Brindisi. Il quale, come tanti, troppi che si vedono in giro alla ricerca di una carriera ben remunerata che Abete si ostina a definire ancora come dilettantistica, offre un gran bel primo tempo per poi presentare una ripresa in cui dirige lui, una partita, in modo netto. Il fischietto brindisino e l’assistente numero 1, Giulio Basile, pugliese ma appartenente alla sezione di Chieti, ne hanno combinate poche ma precise e puntuali. Il secondo con Di Loreti che prende evidentemente il pallone, con l’arbitro che, con tanto di palla spostata totalmente, concede un rigore assurdo. L’assistente Basile non ha sbandierato dei “fuorigioco” grossolani, in almeno tre circostanze, con due che pesano, sull’esito della partita, perché da quelle situazioni sono scaturiti due corner dai quali sono nati, poi, i due rigori interni ai novanta minuti.

Nel complesso l’Arezzo è rimasto aggrappato alla partita finché l’avversario glielo ha permesso, ovvero senza aver chiuso la sfida sul minimo vantaggio; e, dopo la prima ora di gioco, la squadra toscana ha preso campo fino a gettare una discreta quantità di palloni nell’area e nella tre-quarti avversaria. Il resto lo abbiamo raccontato ma non basta. Il quinto rigore calciato da Morini per decidere la squadra qualificata, batte sotto la traversa e, ascoltando un paio di fotografi, pizzica l’erba oltre la linea bianca, nella speranza che quello toscano la pubblichi, quell’immagine, non fosse altro per testimoniare il modestissimo livello tecnico di certi atleti che l’AIA manda in giro. Fatto sta che in due non ne se sono accorti, e che Essoussi va sul dischetto segnando il quinto tiro di rigore che vale l’ingresso in semifinale per l’Arezzo, e la conseguente eliminazione della Lupa Roma, ora chiamata a rispondere in campionato.

La cronaca – Un tiro di Scibilia viene mal battezzato dal portiere David, che respinge corto; il più rapido di tutti è il “falco”, Neno Tajarol, che sopraggiunge, fulmineo, all’altezza dell’area piccola e manda il pallone nell’angolino, per l’1-0. All’11’ si ripete, l’ariete cresciuto tra Torrimpietra e Maccarese, con un tiro di interno sinistro scoccato dal limite dell’area toscana; para Scarpelli, subentrato al 9′ all’insicuro David.

La replica è timida da parte ospite, mentre Celli, con il passare dei minuti, acquisisce sicurezza: è suo l’assist dalla posizione di ala sinistra (13′), lui che è un terzino fluidificante, per Tajarol. L’attaccante prova un tiro che non gira abbastanza, di piatto destro, e para, sereno, Scarpelli.

Sul versante degli orange aretini al 18′ un grande lancio di Rubecchini a cercare Frasca è millimetrico ma altrettanto è l’uscita aerea del numero 1 della Lupa, Di Loreti, bravo e sicuro a neutralizzare la trama verticale ospite. La rapidità nei capovolgimenti di fronte mette in seria apprensione la retroguardia dell’Arezzo, e Dierna manda per le terre rudemente Tajarol, partito via sulla destra: cartellino giallo. Capodaglio mette in mezzo il successivo calcio piazzato; una signora punizione dalla destra, col piede mancino, per Raffaello, che di testa, costringe alla paratona Scarpelli, bravo a volare, sotto l’incrocio alla sua destra, e a mandare la palla in calcio d’angolo.

Qualche brivido su un calcio d’angolo per l’Arezzo, battuto dalla destra, che trova un paio di rimpalli, in mezzo all’area, dove la difesa di casa non brilla per tempestività, con la sfera che si alzo di un metro sopra la traversa. Ci prova, a illuminare il gioco toscano, Rubecchini, ma sembra predicare nel deserto; il centrocampo aretino spesso è rapido ma non sempre incisivo, nel costruire i giochi offensivi.

La Lupa sfiora il raddoppio al 31′ con un morbido pallone di Capodaglio messo dalla destra in mezzo col sinistro; arriva sul secondo palo, veloce, Luciani, il cui impatto di piatto manda la palla a centrare la traversa. La palla si inarca per la sforbiciata di Chiesa che va alta. Brividi, per i toscani, che rischiano il colpo del knock-out, e la Lupa Roma ha il merito di non calare d’intensità. Raffaello e Capodaglio prendono per mano la squadra, in questo frangente.

Al 43′ Tajarol scende sulla destra, entra lateralmente in area e giunge fino all’area piccola, senza avere nessuno che arrivi a fare da rimorchio in mezzo all’area. Al 45′ Scarpelli si distende sulla sua destra per spedire in angolo un rasoterra di Scibilia che aveva tentato una percussione centrale in profondità. Prima dell’intervallo viene ammonito lo stesso numero 11 per gioco pericoloso. La sensazione che ha lasciato il primo tempo è legata alla poca personalità dell’Arezzo e al latente gioco collettivo. Di contro la Lupa se mantiene alto il ritmo può portare in modo più pesante la gara dalla sua parte.

Dagli spogliatoi l’Arezzo rientra in campo con due punte: di fianco a Essoussi c’è Martinez. Ma Tajarol non sceglie la conclusione diretta, dal lato sinistro dell’area avversaria, e porge la palla a Luciani, autore di una conclusione di esterno destro da dimenticare. Al 10′ l’Arezzo crea la prima soluzione offensiva di tutta la partita: tiro dalla distanza di Idromela, con un lob di collo destro, che rimbalza davanti a Di Loreti. Il portiere non trattiene la palla che gli scatta frontalmente, ma è coraggioso e bravo a uscire sui piedi dell’accorrente Essoussi, stoppato dalle mani del giovane numero 1 di casa.

Mezzanotti opta per un altro esterno offensivo: dentro Quadrini al 15′ s.t. fuori Dieme. Al 17′ un tiro di Martinez tentato dai venticinque metri viene neutralizzato in due tempi da Di Loreti, questa volta senza affanni. Poi un rasoterra di Idromela termina, sorvegliato, sul fondo. La Lupa attacca spesso, sembra agire più di fioretto, in questi momenti, la squadra aretina, che non disdegna di provarci. La replica vede Chiesa spedire alto un tiro dai venti metri.

Al 22′ la seconda, grande occasione per l’Arezzo ma Essoussi era in palese fuorigioco: splendida, risposta di Di Loreti, che alza d’istinto, concedendo il solo calcio d’angolo. Al 23′ un episodio fondamentale: dal corner che ne segue Celli commette una fesseria plateale, imperdonabile, tirando per la maglietta Essoussi. Il direttore di gara, con la coda dell’occhio, vede tutto prima di girarsi, e decreta il giusto calcio di rigore, ammonendo l’incauto 3 locale. Ma la conclusione dagli undici metri di Rubecchini, piattone a incrociare di destro, viene cancellata con un gran balzo da Di Loreti, che, a mano destra spalancata, salta come un grillo, a spedire il pallone in angolo. Come parte il primo contropiede disponibile, la Lupa accarezza il raddoppio: Capodaglio per Tajarol, che va via in posizione di ala destra, mandando il pallone in surplace per Faccini; il 7 di Cucciari fa la bicicletta a Carminucci, entra in area ed esplode un sinistro potente, su cui, con le mani spalancate e con un balzo indietro, Scarpelli respinge, da campione.

Al 37′ viene concesso un secondo rigore che ha dell’assurdo: Di Loreti esce sui piedi di Martinez colpendo palesemente la palla e spostandola lateralmente al giocatore, che nemmeno lamenta l’intervento. La concessione del calcio di rigore è qualcosa da film di psicanalisi, una cosa mai vista, in tanti anni, sui campi di gioco, per come sembrava evidente. Le proteste non spostano di un millimetro l’arbitro brindisino, che ammonisce per un presunto fallo Di Loreti. Che intercetta il penalty di Essoussi ma la sfera entra in porta riportando la parità su una semifinale adesso avvelenata. Se pensate che in precedente il signor Basile aveva permesso in due circostanze a Essoussi e Martinez di trovarsi due volte a battere a rete da distanza ravvicinata, allora si comprende l’amarezza della dirigenza e del tecnico della Lupa. Che dimenticano i due grandi gesti atletici del portiere Di Loreti, un gigante, a deviare, d’istinto, in angolo.

Da evidenziare che i primi otto tiri di rigore sono stati tutti segnati: Morini prova di sinistro a calciare forte; la palla colpisce la parte interna della traversa, batte oltre la linea bianca ma il gol non viene accordato, nonostante le indicazioni del calciatore e di Di Loreti. In due non lo hanno visto, completando una frittata imbarazzante, per la categoria arbitrale. Segna Essoussi aprendo le porte alla convinzione, alla tenacia, alla determinazione dell’Arezzo. Ma che schifo, per il resto, vedere una partita decisa in questa maniera. Un pomeriggio che ci ha riportato anni addietro, ad altre categorie.

Massimiliano Cannalire

 

 

 

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