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Serie D: Olbia – Lupa Roma 1-5

OLBIA-LUPA ROMA 1-5

Olbia: Saraò, Malesa, Loddo, Di Gennaro, Peana, Farina, Kozely, Pala (80′ Varrucciu), Pozzebon, Molino (72′ Gallon), Aloia (61′ Ruggiu). A disp. Abachisti, Taras, Doddo, Pintus, Capuano. All. Sig. Giorico.

Lupa Roma: Di Loreti, Pasqualoni, Montesi, Cerrai, Bova (90′ Aspese), Diamoutene, Neri, Perrulli, Leccese (72′ Tajarol), Chiesa (63′ Masciantonio), Raffaello. A disp. Di Filippo, Santarelli, Martorelli, Luciani, Faccini, Capodaglio. All. Sig. Cucciari.

Arbitro: Sig. Luca Colosimo di Torino. Assistenti: Sigg. Robert A.A. Salvatierra di Legnano e Pietro Lattanzi di Milano.

Reti: 13′ Pozzebon (O.), 28′ Perrulli (L.R., rig.), 54′ Diamoutene, 58′ Chiesa, 71′ Leccese, 77′ Tajarol.

Note: espulso al 39′ Kozely per somma di ammonizioni, al 58′ Saraò per condotta violenta e Neri per condotta gravemente scorretta; al 66′ Loddo e al 69′ Montesi, entrambi per condotta violenta. Ammoniti Diamoutene, Malesa e Pala. 700 spettatori circa, giornata primaverile, campo in discrete condizioni. Al ritorno in albergo un gruppo di tifosi dell’Olbia ha assaltato il pullman che trasportava la Lupa Roma in albergo danneggiando tutti i vetri della fiancata sinistra con lancio di pietre, bottiglie piene e vuote e bastoni.

 La partita passa in secondo piano, dopo la vigliacca aggressione di una quindicina di tifosi tra quelli della curva dell’Olbia, che si sono distinti, sulla via del ritorno del pullman ospite all’albergo prescelto, per un lancio di pietre, bottiglie piene e bastoni distruggendo tutti i vetri della parte sinistra dell’automezzo. Il rischio fisico c’è stato, senza dubbio, tanto che il presidente Cerrai ha detto subito ai giocatori e ai dirigenti presenti di allontanarsi dai vetri, e ha avuto ragione. Nessun ferito mentre la Polizia e i Carabinieri avranno il loro bel da fare, con le immagini televisive, girate durante la partita e nel rumoroso e pericoloso rientro in hotel.

La partita ha raccontato di una sfida tra due delle grandi protagoniste della stagione, con la formazione di casa che non è costretta a vincere il campionato, come dicevano alla vigilia anche altri colleghi della bella isola sarda: di contro le ambizioni accompagnano le settimane del collettivo di Cucciari, che ha confermato a fine gara come la voglia di vincere il torneo sia il leit-motiv di un anno intero. Alla fine ha vinto, la Lupa Roma, per 5-1, con una prova d’urto di notevole caratura, sul piano della costruzione del gioco. Dal canto loro, presidente, tecnico e dirigenti di casa hanno contestato, pur in modo civile, la direzione del Luca Colosimo di Torino. Si è fatto prendere la mano, a un certo punto, il direttore di gara, ma i giocatori dell’Olbia, davvero, non gli hanno teso una mano, anzi, hanno fatto in modo che operasse di petto prendendo la partita di punta. E questo è stato il risultato: domenica quattro giocatori di Giorico non saranno a disposizone; per i laziali due, Montesi e Neri, espulso per non aver commesso il fatto, nel bailamme successo al terzo gol dei ragazzi di Cerrai, scatenato dal portiere Saraò, che colpisce Franco Cioci con un pugno.

La cronaca – I moduli sono speculari, per entrambe un 4-2-3-1 con Aloia terminale per i padroni di casa, Molino, Kozely e Pozzebon mezze ali, Pala e capitan Di Gennaro sulla mediana: in difesa l’Olbia ha Malesa e Loddi sulle corsie, con Peana e Farina davanti a Saraò. La Lupa Roma mette Pasqualoni e Montesi ai lati del reparto arretrato guidato da Di Loreti, Bova e Diamoutene difensori centrali; Cerrai e Raffaello tra i compagni arretrati e le mezze punte, che sono a destra Neri, a sinistra Perrulli e dietro a Leccese, attaccante, Chiesa, in mezzo.

I primi quattro minuti e i secondi quattro minuti denotano subito della sana personalità delle squadre in campo: prima l’iniziativa spetta a Neri, Perrulli e soci, da una parte, poi a Molino, Pozzebon e company, dall’altra. Neri viene messo giù in area con una cosa appena più ruvida di uno “spalla contro spalla”. Al 7′ buona discesa di Malesa sulla destra, con Di Loreto che deve intervenire al confine della sua area piccola, per prendere il pallone a terra. Al 9′ punizione di Perrulli dalla sinistra, torre con la testa di Bova per Leccese che da pochi passi tira una “mozzarella” debole debole, tra le braccia di Saraò, graziandolo. Al 10′ Perrulli scende sulla destra, guadagna la linea di fondo e si avvicina, minaccioso, all’area piccola; il passaggio rasoterra è ricacciato via da Peana. Al 13′ una vistosa ingenuità di Bova, nelle retrovie, costringe al fallo Diamoutene, che si arrabbia con il compagno di squadra: punizione a un metro dal limite dell’area e cartellino giallo per l’ex difensore del Lecce. Il calcio piazzato di Pozzebon è bello come quelli di Andrea Pirlo, e la palla bacia la traversa, prima di entrare in rete, per il vantaggio locale. La Lupa mostra una buona capacità di reazione, consapevole del minimo divario, e si rimbocca le maniche. Al 23′ angolo di Perrulli, stacco di testa di Diamoutene ma la forza impressa al pallone è fioca, e Saraò para agevolmente. Al 27′ Perrulli inizia l’azione, triangola con Pasqualoni che va per restituire la palla al compagno ma, quando il terzino sopraggiunge sul pallone, in area, viene messo giù, in un sandwich evidente: è calcio di rigore. Lo trasforma, forte e centrale, Perrulli con il portiere che si getta alla sua destra. E’ il punto dell’1-1, che restituisce una certa disinvoltura di manovra alla compagine di Alessandro Cucciari.

Una volta Perrulli (32′), una Pozzebon (35′) spediranno un calcio di punizione parecchio alto, ma al 37′ si vede una nuova azione ragionata, per la Lupa: Montesi spinge a sinistra, colpo di tacco di Cerrai per Neri, che tenta la via del primo palo, in modo preciso ma privo di forza, e Saraò si porta rapidamente alla sua destra per abbrancare la palla bassa, in presa. Al 39′ l’episodio che fa saltare gli equilibri e mette per la prima volta alla prova i nervi della squadra di casa. Nei minuti precedenti l’ingenuo numero 7 Kozely aveva ricevuto il cartellino giallo per un brutto intervento su Neri, e aveva allontanato la palla dopo il richiamo del direttore di gara. Il rapporto non è idilliaco, e al 39′ un’altra entrataccia ai danni di un avversario induce il direttore di gara a estrarre, giustamente, il secondo giallo, che diventa rosso: Olbia in dieci. Nonostante ciò la squadra di Giorico si mette di buzzo buono, con orgoglio, e prova la combinazione geometrice, come è riuscito in diverse occasioni alla Lupa: bella discesa di Maresa, passaggio in verticale sulla destra a Molino, sfera subito messa in area dove è in evidente ritardo per un eventuale impatto Aloia: nulla da fare. L’arbitro recupera solo un minuto, nella prima parte, al posto di almeno un paio se non tre che sarebbero occorsi.

La ripresa tutto fa pensare tranne all’epilogo dei provvedimenti di massa cui poi assisteremo. Al 1′ Perrulli prova un gran tiro di collo interno destro che si alza di pochissimo rispetto al “sette” di destra. Poi calcia una bruttissima punizione alle stelle (5′). All’8′ riscatta la precedente “scarpata” con una gran discesa, chiusa sul fondo da Loddo, con il calcio d’angolo battuto dallo stesso numero 8 romano per la testa di Diamoutene che segna il 2-1 esterno. La palla è entrata sia per l’arbitro che per l’assistente numero 2, Lattanzi, quando Saraò se la porta oltre la linea non riuscendo a ricacciarla.

Al 13′ l’episodio che meriterà diverse analisi con le immagini. Palla sulla sinistra per Leccese, che si libera con le cattive di Peana, che frana a terra, forse colpito da una manata o una gomitata (?); il centravanti va sul fondo, sul lato sinistro dell’area di rigore, mette la palla in mezzo a Chiesa che, di interno sinistro, manda il pallone all’incrocio dei pali più lontano, per il 3-1 in favore della Lupa. Mentre i giocatori di Cucciari esultano, Saraò li raggiunge nei pressi delle panchine, all’altezza della tre-quarti dalla sua parte. Nasce una prima zuffa, diventa un’indecente gazzarra, che vede il portiere pizzicato subito, nel colpire Franco Cioci, intervenuto a difesa dei suoi compagni di avventura. Rosso per il portiere, con Giorico che toglie Aloia, l’unica punta, e mette dentro al campo il numero 12, Ruggiu. Ma nella bagarre l’incauto arbitro Colosimo caccia Neri, che stava lì, da una parte, per i fatti suoi. Lupa in 10, Olbia in 9, adesso. Qui cambia il clima in campo, ma anche fuori. Perché subito dopo una evidente entrata da karate di Loddo sulla tre-quarti d’attacco (!) nei confronti di un avversario viene valutata quale condotta violenta, quando, a quel punto salta la mosca al naso, a Luca Colosimo di e da Torino. Olbia in 8. Il pubblico di casa in parte si innervosisce di brutto ma per fortuna al termine non accadrà nulla e i dirigenti di casa sono responsabili seppur fortemente rammaricati con la metrica adottata dall’arbitro. La stessa sorte toccherà a Montesi che si libera con troppa vigoria di un avversario sotto gli occhi del primo assistente, Salvatierra, che indica all’arbitro di adottare analogo provvedimento di Loddo. Lupa in 9, Olbia in 8. La partita perde di significato e sostanza fermo restando che la Lupa Roma ha pensato a giocare a calcio, con determinazione quando occorreva, con cattiveria agonistica, e ha meritato, al termine, la vittoria. Che si corona del quarto gol, Leccese al 26′, in contropiede, e del quinto punto segnato da Tajarol al 32′. Finisce 5-1, dopo due minuti di recupero inutili. E’ vero che è scappata la gara di mano, all’arbitro. Ma l’Olbia ci ha messo del suo. E fino al terzo gol il grande merito della Lupa Roma è quello di aver giocato bene quando lo ha fatto con la palla bassa, accettando quegli scampoli imeperniati sull’agonismo, da una parte come dall’altra.

Per la Lupa Roma un grande segnale, aver vinto a Olbia e averlo fatto con un punteggio rotondo, pur in un clima particolare. Per l’Olbia nessun dramma, visto che in parecchi dirigenti hanno confermato quanto segue: “Non abbiamo l’obbligo di vincere il campionato, dobbiamo solo pensare di aver perso una partita”. Pare che anche da altre parti abbiano chiesto cosa facesse e abbia fatto la Lupa Roma. Che, allora, non è l’unica, a chiedere gli esiti altrui…

Massimiliano Cannalire

 Nelle prossime ore riepilogheremo le interviste andate in onda su Radioincontro 105.8, con mister Cucciari e il collega Giorico, fortemente in dissenso con quanto fatto dal direttore di gara.

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