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Eccellenza/B: Colleferro, la regola del 5

COLLEFERRO-CASSINO

IL COLLEFERRO E LA REGOLA DEL “5”

Sono i punti che conserva sulla più immediata inseguitrice, la Nuova Itri di Parisella

Sono i gol segnati al Cassino, che in precedenza ne aveva subìti solo 12 in 13 partite

E’ il coro inneggiato al fischio finale di quella che è stata “LA” PARTITA”!

I rossoneri mancano dalla SERIE D dal 1982-1983. Poi la beffa due anni col Muravera…

Il Colleferro vince “LA” PARTITA, quella più importante di tutto il campionato. Vero è che al banchetto delle grandi abbiamo il dovere di tenere conto non solo della grandissima stagione che sta proponendo la Nuova Itri, ma anche l’Albalonga e la Serpentara Bellegra Olevano, pur attardate dalle recenti vicende di campionato. Ma la gara dell’Andrea Caslini non era nè avrebbe potuto essere una partita qualsiasi, vista la costruzione delle due rose, peraltro con quella a disposizione di Alessandro Grossi recentemente e ulteriormente potenziata con gli arrivi di Carlini e Poziello dall’Isola Liri, e Pagnani, dal Monte San Giovanni Campano, nelle cui file ha segnato 3 gol in 13 giornate, 1 dei quali decisivo, ad Artena.
La squadra prima in classifica ha dimostrato per 19 minuti di avere tanti solisti, poi si è trasformata in squadra: questo perché Gigio al 7′ ha spedito in verticale Carlini che, evitato il portiere orizzontalmente, ha segnato di piatto destro nell’angolino di sinistra il vantaggio cassinate. E al 19′ si è ripetuto su un clamoroso errore di Nardi, autore di un retropassaggio da “Mai dire Gol”. E invece la rete segnata da Cerroni dopo un’iniziativa di Corrado respinta corta dalla difesa ospite, gran destro basso dal limite che si insaccava alla destra di Parravano, non solo riapriva la contesa (1-2). Ma faceva sì che la formazione di Fraioli si mostrasse sotto le vesti di orchestra e non di squadra deputata alle giocate dei singoli. Neri va al tiro dai diciotto metri, respinta di Terra, la seconda conclusione è da applausi. Il classico tiro liftato dal semicerchio dell’area di rigore calciato tra collo del piede e caviglia con tanto di giro alla Del Piero o alla Platini, fate un po’ voi, con la sfera che va a baciare l’angolino alla sinistra del portiere avversario: il 2-2 fa esplodere di gioia la parte centrale e quella sinistra del “Caslini”, con il tutto esaurito in ogni ordine di posti e con la gente in piedi. Le paure dei primi minuti, tante, e non ingiustificate, lasciano spazio a una partita più equilibrata in cui una squadra non permette più di due minuti all’altra di sostare nella propria metà campo. Una gran partita.
Al 37′ Cerroni, che aveva già preso le (scarne) misure al versante destro del Cassino, se ne va per la terza volta in pochi minuti gestendo un gran pallone sull’estrema sinistra, tanto che Corsale e company chiedono la rimessa laterale. Il pallone è in campo e vede benissimo l’assistente Musumeci, che lascia giocare; il fortissimo numero 10 viaggia come un treno con l’aiuto dell’esterno destro nella gestione della profondità. Quando arriva lateralmente all’altezza dell’area di rigore spedisce un cross di sinistro sul secondo palo, dove arrivano due giocatori colleferrini. Il primo a battezzare l’intraprendenza del folticrinito esterno sinistro è Corrado, che ha seguito l’azione dal suo nascare. Con la suola della scarpa destra addomestica e, al contempo, indirizza la sfera di giustezza nell’angolino basso laddove Parravano non può arrivare. E’ il 3-2 che assume i contorni del tripudio rossonero (oggi in versione red and white). E’ il gol che manda al tappeto un Cassino ora frastornato da tanta efficacia, dal gioco collettivo della prima della classe, adesso scappata via a 8 punti. La ripresa sarà persino un incubo, per la compagine del presidente Nicandro Rossi. “Pronti, via!”, Morelli sfrutta un’indecisione di Parravano e, non fosse per Terra, segnerebbe il quarto gol. Che poi arriverà proprio per un’indecisione dello stesso capitano e di Parravano: ci crede, la punta, nell’errore di uno dei due, in questo caso di tutti e due. Sia nel caso del quarto gol del Colleferro (spinta di Morelli?), sia nel caso del successivo 4-3 (carica sul portiere), la sensazione è che fossero due reti da annullare. I dubbi restano, fino a che non rivediamo i filmati, questa sera, durante “L’Occhio del Gufo” dalle 20.30 alle 22.30 sul canale 643 del digitale terrestre ovvero Young TV. Che oggi non fa festa ma va in onda anche per rispetto di telespettatori, editore e semplici appassionati.
Il Colleferro non solo non smette di giocare ma cerca, con apprezzabili geometrie e ritmo, il quinto gol, che rimetta a doppia distanza l’insidiosa avversaria: una prima volta lo segnerebbe pure ma è giustamente annullato per fuorigioco. Poi Morelli viene schierato prima da attaccante poi qualche metro indietro per lasciare Neri terminale offensivo sul vertice dello scacchiere tattico, arriva un ulteriore errore di Parravano, che dorme sulla protezione di Pagnani, resta sul disco di rigore, e paga il dazio al tocco di punta del numero 7 in rosso, che segna il punto del 5-3. Con il passare dei minuti sale l’incitamento dei sostenitori rossoneri, cala quello degli spazientiti supporters del Cassino – Grossi dirà, dopo la partita: “Errori che nemmeno nei tornei amatoriali: così non li avevo mai visti” – e la lucidità viene meno, come le energie. Verrà annullata una seconda rete al Colleferro, ancora fuorigioco ma più corto di quello precedente, e, al fischio finale del signor Pagano, autore di una buona direzione con soli due dubbi, uno per parte, la festa del Colleferro può cominciare. Il pubblico casilino scandisce un numero: “Cinque, cinque, cinque, cinque”, che sono state le reti. Ma i punti, adesso, sono ben 8, tanta roba. Adesso per il Cassino si tratta di serrare le file, ritrovare maggiore serenità e, magari, calarsi nell’ottica di lottare per ottenere la seconda piazza, comunque valida, per sognare.
Per la cronaca l’ultima volta in cui il Colleferro giocò un campionato di Serie D era la stagione 1982-1983, al termine della quale tornò in Promozione. Tuttavia una partita fuori dal Lazio la giocò due anni fa, dopo la rumorosissima finale pessimamente diretta da Cattaneo di Civitavecchia con la complice inelasticità e mediocrità dell’assistente Civitenga di Roma 2: infatti, dopo la vittoria a tavolino sul Boville Ernica, nella finale regionale di Coppa Italia, sfidò il Muravera, che vinse la medesima competizione in Sardegna, vincendo 3-0. Ma la sconfitta con lo stesso punteggio al ritorno portò la contesa ai rigori, e i rossoneri di Enrico Baiocco persero, malamente. E’ ora di riscriverla, la STORIA: quella antica e quella più recente, e beffarda.
A Genazzano passa la Nuova Itri (2-1) che conferma l’ottima stagione dei ragazzi di Alessandro Parisella: la formazione itrana non solo ha vinto in casa di un’avversaria bisognosa di punti ma adesso è seconda da sola, ed è la compagine più vicina alla vetta. Allo stadio “Le Rose” di Genazzano Itri in vantaggio al 15′ con Emma, pareggio quasi immediato di Dall’Armi (21′) e punto decisivo segnato da Mastroianni al 58′. Un successo non facile ma vitale, per la seconda forza del torneo.

Fermo restando che, dall’ottica della capolista, mettere a 8 punti il Cassino è stata la cosa più urgente da fare, anche per come si era messa la partita nei primi 20 minuti. Ma la squadra di Fraioli ha guadagnato anche sull’Albalonga, fermata al Pio XII di Albano Laziale dal Pomezia sul 2-2 finale. Il primo tempo si è concluso sullo 0-0 mentre al 24′ della ripresa Ciccarelli ha segnato il punto del vantaggio pometino: il pareggio è figlio di una rapida soluzione di Scacchetti (31′). Piantadosi fa spellare le mani ai tifosi dell’Albalonga al 34′ e sembrerebbe quasi fatta. Ma al 43′ Ciccarelli firma il pareggio della squadra pontina e, per ora, le prospettive dei biancoazzurri fanno due passi indietro. Amaro revival, per il club castellano, opposto a uno dei suoi ex allenatori, Francesco Punzi. E non è stata solo questa, la nota negativa, per l’Albalonga, ora a 10 dal Colleferro e ripresa a 27 punti, quarta posizione, dalla Serpentara Bellegra Olevano, vittoriosa, in rimonta, a Sperlonga, sul Gaeta per 3-1.

Il Nettuno è ottimo sesto della classe, dopo il blitz di Roccasecca, dove i ragazzi di Flavio Catanzani hanno vinto per 1-0: mai così in alto, negli ultimi 13 anni, la squadra tirrenica. Era dai tempi di Stefano Rossi, in buona sostanza, che non registravamo un Nettuno competitivo; dal periodo delle due finali giocate in fila. Una, quella col Villanova persa 4-0 al Tre Fontane, con i tirrenici che militavano in Promozione; l’altra, vinta al Flaminio per 3-1 in rimonta, sul Ladispoli, che avrebbe vinto l’anno dopo sia quella laziale che quella nazionale.
Al “Roberto Abbafati” derby al veleno per la Vis Artena, brava da segnare sia il vantaggio che il raddoppio, ingenua nel prendere la prima rete avversaria, maltrattatissima dalla scarsa prestazione del signor Pasqualetto di Aprilia (voto 3 come il portiere del Cassino Parravano. Non solo per le tre espulsioni, due apparse esagerate, ma quanto per la carica sul portiere che, a pochi minuti dalla fine, ha fruttato il punto del 2-2 che assume i contorni di un’ingiustizia, più che di una beffa.
Con il 2-0 sul Borgo Podgora il Morolo si porta in scia di Gaeta e Lariano a quota 21, mentre risale all’11° posto il Città di Minturno Marina, che regola per 2-0 la Semprevisa. Orgogliosa vittoria del Boville che lascia l’ultimo posto e si porta a 11 punti, dopo il 4-1 sul Monte San Giovanni Campano (13). Classifica ingarbugliata con un trio a quota 11, Artena, Boville e Borgo Podgora, e altre tre squadre in fondo, a 10: Audace, Roccasecca, Semprevisa. Non un rebus dalla facile e repentina soluzione. Anche se la classifica è corta fino alla decima dama della compagnia.

Massimiliano Cannalire

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