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“Tutto il Calcio Minuto per Minuto” saluta e ringrazia Ugo Russo! Lui i meravigliosi ascoltatori

UGO RUSSO A LIVORNO

L’INTERVISTISSIMA: Ugo Russo

UGO RUSSO TAGLIA IL TRAGUARDO, APPLAUDITISSIMO

Roma – Ieri ha dato una grande dimostrazione di umanità, in coppia con il conduttore Filippo Corsini, ammiraglio da studio della storica trasmissione “Tutto il Calcio Minuto per Minuto”. Stiamo parlando di Ugo Russo, che ha concluso con un semplice, meraviglioso pianto a dirotto il suo ultimo intervento nella trasmissione che abbiamo cominciato ad ascoltare, seguire, amare, fin da bambini, sul terrazzo di casa, con i papà calciofili di fianco all’apparecchio.
Quella scatola è entrata nei nostri cuori con le parole, le voci, le descrizioni di signori poeti del calibro di Roberto Bortoluzzi, Alfredo Provenzali, Claudio Ferretti, Sandro Ciotti, Enrico Ameri e i loro compagni di squadra di RadioRai. In tempi più recenti e da tanti anni la stima, la considerazione di chi, sempre in viaggio, ha continuato questo raffinato rapporto con il mezzo radiofonico, si sono diretti verso Riccardo Cucchi, Francesco Repice, Filippo Corsini, Emanuele Dotto, ai quali si sarebbero presto affiancati altri colleghi in gamba dell’impegno di Giulio Delfino e Giovanni Scaramuzzino. Una compagine sempre sotto esame, capace di grandi pennellate e schemi lessicali, ma anche di normale dimostrazione di umanità, come è accaduto ieri, o come può capitare, in qualche (raro) inciampo.
Lo raggiungiamo telefonicamente appena prima di pranzo ma il telefono della redazione e quello personale sono una pressante ma piacevole forma di pressing, a tutto campo.
Ugo Russo, ieri hai commosso tutti gli sportivi o almeno la maggior parte degli ascoltatori della radio ammiraglia di casa-RAI…
“Sì, diciamo che tutto è venuto così, spontaneo. Ho cercato di tenermi fino all’ultimo: sono molto sensibile, emozionabile, e consapevole che fosse l’occasione dell’ultima partita per la RAI”. Spiega, ancora con evidente pathos: “C’era l’accordo che, dopo il mio ultimo intervento, Corsini avrebbe detto qualcosa. Poi ha messo prima della chiusura la frase giusta, e mi è venuto un groppo alla gola; ho cercato di mascherarlo, poi mi sono lasciato andare a un pianto sfrenato. Sapevo che dall’altra parte avrei lasciato meravigliosi ascoltatori per i quali ho dedicato la mia intera vita professionale, per i quali mi sono sempre fatto trovare pronto, e ho pianto perché pensavo di perderli improvvisamente. Sai quando hai queste sensazioni?! Ma quello che si è scatenato dopo, con giornali, telefonate, social network, facebook, messaggini sul telefonino. E’ STATO TUTTO INCREDIBILE! Ho scoperto di tanta gente, dai grandi personaggi dello Sport, che hanno voluto farmi sentire la loro voce, il loro apprezzamento, alle persone non note, non presenti sotto la luce dei riflettori. Si sono qualificati, invece, gli ascoltatori: gente magari senza lavoro o che fa mestieri umili, vissuti, svolti con dignità, onore, e mi hanno detto delle cose bellissime, e ho scoperto una miriade di persone attente ai dettagli”.
L’ex commentatore di TeleRoma 56, con la quale ha costruito una grande popolarità nel Lazio e nel Centro Italia, spiega bene la cosa: “Il mio piangere non era da televisione, come si vede, ogni tanto, in giro, ma vero, dettato dalla grande passione, e ha scatenato quella grande umanità anche di quelli che non mi conoscevano. Parole che ti fanno venire i brividi. E che conserverò sempre nel cuore!”.
Pippo Corsini ha dimostrato una spessa, immensa umanità e della fraterna comprensione, disponendo di un metronomo altrettanto sensibile. E’ stato un grande momento di comunicazione…
“Assolutamente sì. Ma con Filippo ci conosciamo da 20 anni, e ci ho diviso tante esperienze professionali. Apprezzo il suo modo di parlare al microfono, il suo tempismo, capace di di inquqadrare qualsiasi situazione. E’ stato un compagno di lavoro fino all’ultimo, dimostrando l’affetto e la stima che nutre nei miei confronti, peraltro ricambiati”.
La gente della regione Lazio ti ricorda per tanti campionati raccontati su TeleRoma 56, nella trasmissione “In campo con Roma e Lazio”. Un cult per buoni 15 anche 20 anni…
“Sì, e io proprio l’inizio l’ho voluto impostare come cominciavo le partite a TeleRoma 56, rispolverando dopo 22 anni, da quando sono entrato in RAI, la medesima frase impiegata in sede di presentazione della gara. Allora come ora rispolverare quell’inizio mio impiegato nelle radiocronache, che era l’impostazione della mia introduzione, è servito a ripercorrere tutto questo lungo periodo lavorativo, di una passione che, ti assicuro, non ti passa così, da un giorno all’altro. E infatti ho specificato che si trattasse delle mie radiotelecronache degli esordi”.
Ti porto e ti portiamo come www.calciolaziale.com i saluti di uno dei primi colleghi radiocronisti, Ermanno Todini, fino all’altro ieri uno dei nostri (migliori) radiocronisti di Eccellenza e Serie D, da un po’ di tempo prelevato, con grande lungimiranza, dal presidente del comitato regionale Lazio della F.I.G.C., Melchiorre Zarelli, che lo ha messo al posto di presidente del comitato provinciale di Viterbo.
Sorride, ricordando i primi passi, Ugo Russo, che rammenta: “Con Ermanno eravamo a Radio Punto Zero e abbiamo raccontato sempre con grande puntualità, passione e determinazione le partite e gli eventi sportivi, e ne ho un bel ricordo. Poi mi sono misurato sia a livello romano che laziale per poi cimentarmi con i network nazionali. E quella dove sono stato di più 16 anni è stata TeleRoma 56, dove facevo le partite esterne di Roma e Lazio. Con Radio Punto Zero e TVR Voxson tu andavi, come voi, oggi, a fare le partite di 3° categoria, Promozione, Giovanissimie Allievi, e c’era la ricerca di campi vicini alle cabine telefoniche, e sapevi bene di dover fare una scorta, al sabato, di un nutrito numero di gettoni. Dopo quelle naturali e formanti esperienze l’inizio delle televisioni: Roma Video Blu, che forse ricorderai, che aveva una persona con le braccia allargate e dietro tutti i mondi, e partoriva programmi per le altre. BTS, Canale 7, TeleRegione, TeleRoma 56, TeleLombardia, Tele AltoVeneto, Tele Estense di Ferrara, Canale 10 di Napoli, Tele Etna e Antenna Sicilia di Catania. Di tutto e di più”.
Ma c’è un Ugo Russo che pochi conoscono, artisticamente…
“Parallelamente c’era il discorso del mio hobby di imitatore dei cantanti, e andavo in giro per l’Itailia, proponendo anche cantautori quali Demis e Dalla. Li imitavo e la gente pensava fossero proprio loro. Ti posso confidare una cosa? Ho fatto 5 Olimpiadi da inviato, i Mondiali, gli Europei. Il palcoscenico mi manca terribilmente, come Ugo che sale e comincia a imitare vedendo le facce allegre e spensierate. E quando soddisfi quel pubblico, il tuo, vuol dire che hai raggiunto lo scopo, come comunicatore, come forma di espressione differente dalle partite raccontate. Poi quando fai una finale mondiale come in Sudafrica sono grandi soddifazioni. Ho fatto tutto quello che mi piaceva, nella mia vita. Questo è il discorso”.
Vai in pensione per…?
“Il fatto di aver fatto tantissime cose, in questi anni, mi ha portato a rinunciare, spesso, alle vacanze. Avevo tanti giorni da sfruttare come ferie: ne ho accumulate per 8 mesi. Da domani ci andrò, giusto per 8 mesi. E il 19 giugno 2015 andrò realmente in pensione.
E potrai girare le capitali d’Europa senza le corse ad aerei, treni, alberghi, partite e spogliatoi.
“Ma scherzi!? Ma ricominci a dedicare il tempo giusto alla famiglia, che per passione e lavoro avevo trascurato. Faccio, giro, come dici tu. Poi per il dopo-vacanze già ci sono state delle proposte: le valuterò poi se avrò voglia vedremo. Ho lasciato, in grande serenità, col pensiero che avrei potuto per anni e anni, questo sì”.
Ugo, voi siete stati gli eredi di GIGANTI VERI.
“Siamo i modesti esecutori successivi a loro. Ma era tutto un altro momento, lo vivevi tutti intorno al tavolo alle 3 del pomeriggio. Alle 5 avevi la classifica, oggi al martedì hai la classifica completa”.
Riflessione amara, che prosegue, con grande capacità di paragone.
“Non ci sono più i presidenti come una volta, a rimetterci i soldi, per l’amore della maglia che rappresentavano. Oggi viaggia tutto in favore dei compensi delle televisioni. Ma questa cosa, purtroppo, presenta un conto ingeneroso anche parlando, nello specifico, di calcio giocato. Esempi? I ragazzi che prima cominciavano a giocare a calcio a 10 anni arrivano a 20 capaci di fare tutto, saper stoppare un pallone. E il prezzo del biglietto era giustificato. Oggi in parecchi corrono e basta che corrano. Lo vediamo lo scadimento che c’è, nel calcio. In giro ci sono, ai giorni nostri, solo 3-4 fenomeni. Prendiamo l’Azerbaigian: i suoi giocatori prendono quattro spicci, e ti può battere una squadra di milionari, perché sono preparati meglio sul piano atletico e fisico. Questo è il calcio in cui non mi riconosco più”.
E’ arrivato al traguardo professionale con Radio Rai1 da gregario, ha percorso tanti chilometri, e ieri stava per uscire col pensiero di non trovare più tanta gente. Ma l’applauso della folla, che durerà ancora per settimane, i moderni mezzi di comunicazione, impensabili, ai tempi del calcio dilettantistico, lo hanno fatto voltare indietro. E rendersi conto che, in quella emittente, in quella straordinaria trasmissione, anche chi lotta per un rimbalzo come avviene nella pallacanestro, può riscuotere una ampia e impensabile dose di consenso e approvazione, alla pari della miglior guardia tiratrice. Bruno Pizzul, plaudendo al cammino professionale di Ugo Russo, e allo squisito assist, precedente e in chiusura, offerti da Filippo Corsini, potrebbe dire, spontaneamente: “E’ tutto molto beeeeelloooooo”.
Aggiungiamo, con pudore: grazie.

Massimiliano Cannalire

RINGRAZIAMENTI

La foto è presa dal sito de “La Nazione” di Firenze (redazione di Livorno).

Ugo Russo viene premiato prima della partita Livorno Trapani

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