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Intervista ad Antonio Graniero, ex tecnico del Ladispoli: “Una cosa è certa: sono e resto tifoso rossoblu!”

LADISPOLI 2013-2014

L’intervista: 13 anni coi colori dell’Unione Sportiva Ladispoli

Una cosa è certa: sono e resto tifoso rossoblu!

Peccato non giocare sul campo nuovo. Magari accadrà da avversario

Proponiamo l’intervista andata in onda sette giorni su Radioincontro, effettuata da Max Cannalire in un bar della città di Ladispoli al tecnico che, cominciando col settore giovanile rossoblu, è stato 13 anni in via del Campo Sportivo, prima con il presidente Francesco Marino poi con Umberto Paris.

Antonio Graniero, dal 2001 hai lavorato col Ladispoli, iniziando con il settore giovanile, poi con la juniores ti sei tolto qualche soddisfazione. Che periodo è stato, il tuo, nell’Unione Sportiva?

Il tecnico di origini campane parte dalle ultime pagine, quelle dell’Eccellenza.
“E’ stato un periodo bellissimo, due anni in prima squadra, sono stato chiamato a tirare su una squadra, che navigava in brutte acque: ci siamo salvati con l’aiuto della società, dei ragazzi che hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo, riuscendo a restare in Eccellenza coi play-out giocati contro il Maccarese. L’anno successivo è stato bellissimo, con il ridimensionamento delle spese, giustamente, col periodo che viviamo in tutti i settori, e siamo riusciti a raggiungere una salvezza tranquillissima e abbiamo finito così il campionato 2011-2012. Poi la stagione successiva è stata stupenda perché siamo persino riusciti a migliorare il precedente settimo posto giungendo quinti e raggiungendo una semifinale di Coppa Italia con la Viterbese uscendo solo per differenza reti. Quindi è stato un risultato eccezionale, sotto tutti i punti di vista”.
Dal 2003, da quando il Ladispoli ha vinto la Coppa Italia nazionale, scansando l’ultima avventura in Serie D, il settimo e il quinto posto a un punto dal Villanova possiamo dire che stiamo parlando dei migliori risultati ottenuti…
“Eh!, se lo dici te che sei un almanacco mi fa piacere, questa cosa! Spero che il Ladispoli possa migliorare tutto questo, un giorno o anche l’anno prossimo. Una cosa è fuori discussione: resterò sempre un tifoso rossoblu”.
Tu sei un ladispolano acquisito?
“Sì”.
Quindi conosci la città, i bar nei quali si parla di calcio, le persone che ti fermano per strada, i giovani tifosi, anche quelli coi capelli bianchi, che hanno anche 80 anni e sono sempre presenti al “Martini Marescotti” e in trasferta.
“Certo, e ho sempre avuto un rapporto lineare, chiaro, con tutti, per evitare equivoci e perché mi viene facile dire ciò che accade, che succede, intorno a me”.
Guardando la classifica, Viterbese Castrense e Rieti erano state date subito per favorite; la Sorianese è stata in scia fino a un certo punto, provando a fare il suo. Il vostro è stato un po’ il campionato delle seconde, con Villanova, Futbol Club, Civitavecchia, Grifone Monteverde e alla fine pure il Fregene. C’è stata tanta differenza con la parte destra della classifica: nonostante tutto possiamo dire che nella parte sinistra c’è stata tanta qualità?
“Assolutamente sì! E’ stato un valido campionato. La Sorianese se l’è giocata fino a un mese dal termine, quando ha giocato con la Viterbese, almeno per arrivare seconda. Per quanto mi riguarda sono contentissimo del risultato, poi la società deve dare il consenso a questo mio pensiero, dirà la sua”.
Nel tempo, prima con Tony Piretti, che già era il periodo di Umberto Paris presidente, avete spedito in Eccellenza diversi ragazzi: vederli crescere è sempre una gran bella cosa…
Graniero dice, fiero: “Sì, fare esordire un 1996 sotto età contro la prima della classe, e vederlo indossare la maglia della Ternana è una grande soddisfazione, tutte motivazioni ulteriori a fare meglio. Ci sono stimoli che uno trova in corsa, come le convocazioni dei ragazzi nella Rappresentativa, che vanno a vincere il Torneo delle Regioni Juniores, per esempio”.
Tra poco in città si parlerà di un nuovo impianto sportivo, forse non si parlerà più di “terra rossa” per la prima squadra. Un campo che ha creato tante pene agli avversari che ai colori rossoblu. Da cittadino, prima che da tecnico, cosa ne pensi?
“Spero che questa cosa si avveri, perché sarebbe anzi è una gran bella cosa. Anche se lo dico con un po’ di nostalgia perché avrei voluto, quanto meno, farci una partita con la casacca del Ladispoli, su quel campo. Ma vuol dire che ci verrò da avversario, e sarà uguale”.
Chissà poi, in futuro…
“Eh, infatti”.
Guardando ai risultati di quest’anno, considerato lo spessore di quelle che vi sono arrivate sopra, eccezion fatta per il Villanova, che ha raccolto tutti i giovani della Via Tiburtina fin da Roma, mi pare che il risultato sia stato positivo sia per i ragazzi che per gli atleti più esperti. Ma anche la certezza che l’anno prossimo vada considerata Ladispoli tra le grandi o almeno tra le aspiranti grandi.
“A parte il fatto che ha una struttura societaria importante, il Ladispoli ha, in primis, il presidente, che è eccezionale. E che, prima di essere tale come dirigente, è, soprattutto, un grandissimo uomo. E da questo punto punto di vista, i calciatori vengono volentieri, a giocare qui, e sono tranquillissimi sotto ogni tipo di discorso. E danno il meglio di loro stessi”.
Graniero è stata una novità come Pierpaolo Lauretti e Marco Rosa venivano dal settore giovanile, come te, che sei un lavoratore da campo, come è da sempre Riccardo Firotto. Voi non avete lo sponsor, in borsa…
“Sì, anche se aver lavorato coi giovani mi ha avvantaggiato nelle scelte, e l’obbligo dei giovani di lega l’ho vissuto con meno pensieri”.
Sei stato anche un valido calciatore, mi suggeriscono. Il rapporto con gli arbitri?
“Sempre eccezionale, come del resto lo è stato quando ero atleta”.
Se ne sono visti di bravi, quest’anno…!
“Abbastanza, debbo dire di sì. Ma ho notato, in special modo, un rapporto di collaborazione con la panchina. Parlo, ovvio, della mia esperienza, e non di altri, non vado oltre le mie cose”.
Civitavecchia, che è una vicina di casa, ha fatto dei semi-miracoli, per come è stata penalizzata per cose legate al passato. Cosa ne pensi?
“Sì, ha un ottimo allenatore, ha fatto dei risultati importantissimi. Lì c’è la mano del direttore sportivo, Bernardo Iannicelli, del tecnico, Massimo Castagnari, del direttore generale, Ugo Fronti. Conosciamo benissimo quei personaggi, uomini di campo, uomini di calcio. Fronti è una parte importantissima della storia del Ladispoli, e anche Iannicelli ne ha fatto parte, di recente”.
Le novità della stagione appena terminata, oltre al Villanova: abbiamo visto il Futbol Club finire con tanti giovani, qualcuno lo ha mostrato anche il Grifone Monteverde, altra matricola. Hanno saputo impressionare…
“Il Futbol Club è na squadra che è venuta qui a giocare con tanti giovani, con pochi fuoriquota e mi ha stupito, e gli è andata bene”.
Se volessimo analizzare la tua esperienza di tecnico, hai girato mezza regione, un po’ di più, con la Coppa Italia di un anno fa. Quanto conta, nel tuo bagaglio, che apporto ti ha dato, in vista delle prossime esperienze?
“Già andare su un campo porta tanta esperienza. Farlo in un campionato come quello di Eccellenza ti aiuta a crescere in tutto”.
Giocatori avversari che ti hanno stupito, tra quelli non celebrati?
“Gay del Rieti, e Giannone della Viterbese Castrense, e Vegnaduzzo”.
Quest’ultimo lo avete pagato caro, in semifinale…
“Quello è fuori categoria, non va neppure elencato”.
Ci saranno accorpamenti, fusioni, tra giugno e la fine di luglio. C’è già stato qualche abboccamento da parte di alcune società?
“Sì, c’è stato qualche contatto ma purtroppo devo fare i conti con il mio lavoro, che non mi porta ad andare a prendere impegni oltre certi chilometri”.
Tolte le grandi, Viterbese e Rieti, il calcio è allenarsi alle 19?
“No, per me no. E’ fare allenamenti alle 15, e non vorrei che si giocasse la mattina. Questo perché ero abituato, da calciatore, a entrare in campo di pomeriggio, non di mattina. Ma è un mio personale punto di vista”.

Intervista raccolta ed elaborata da Simone Ciancotti

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