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Graniero: “Di più non potevamo fare, ridotti in queste condizioni. Ma se fossimo andati sul 3-1…”

ANTONIO GRANIERO E PAOLO NISTA

GRANIERO: “Di più non potevamo fare, ridotti in

queste condizioni. Ma fossimo andati sul 3-1″

Mister Graniero, come va, il giorno dopo? I pensieri sono tanti ma l’analisi non fa una grinza, ed è lucida:

“Abbastanza bene. Stiamo metabolizzando l’uscita, meritata e immeritata. Noi più di quello non potevamo fare: hanno contribuito anche fattori esterni, non voluti, per carità, ma eccome, se hanno contribuito. Alla pari non ce la saremmo giocata mai, neanche con Bacchi, ma almeno avremmo avuto la consapevolezza di uscire senza appellarci a niente. Se avessimo fatto la partita al completo, avremmo probabilmente perso 3-0. Ponzio e Bacchi, tuttavia, non li puoi “regalare” a nessuno. A centrocampo il Ladispoli non ne aveva uno che fosse uno, tra i titolari. Bacchi, Carra, Colibazzi, che si è fatto male nella partita d’andata, mio figlio Francesco, Ponzio davanti”.

Quali, le conclusioni?
“Da parte nostra va benissimo pure così, perché tra l’andata e il ritorno abbiamo fatto 1-1 e 2-2: questi hanno fatto tre pallini a tutti. E questa è la prima considerazione fatta a termine di paragone. Resta l’amarezza di non poter vincere la coppa Italia. Come stiamo a livello mentale e fisico avremmo avuto di più, una volta in finale, il 5 febbraio, rispetto all’Empolitana Giovenzano. All’andata sono state fatte troppe ingiustizie, non in mala fede, per carità. Ma ci avesse dato uno dei due gol annullati ingiustamente, parleremmo d’altro, una volta sul 2-0 esterno. La Viterbese ha visto i video e si è resa conto. Poi l’espulsione in mezzo al campo immotivata, quella di Bacchi, e quel doppio giallo a Ponzio, dato con un senso di compensazione per il “rosso” precedentemente dato a loro”.

Sulla situazione dei giocatori, l’allenatore ladispolano ha detto: “Gravina ha dovuto giocare domenica, perché eravamo 15 compreso il secondo portiere. Abbiamo dovuto chiamare altri tre juniores oltre quelli che abbiamo già. Tutto questo perché, tra le altre cose particolari, è stata comminata una squalifica a tempo a mio figlio Francesco. Dàgli una giornata o due di squalifica: è su questo cose che poi dico “che senso ha”? Senza nemmeno lui Gravina non ce l’ha fatta più, negli ultimi venti minuti. Tutto questo con Colibazzi k.o. e Mannozzi già assente”.

Terzi con la Sorianese in campionato, semifinalisti a un passo dall’ingresso in finale, in Coppa Italia. Se uno dovesse tirare un bilancio pur provvisorio, ci sarebbe da sperticarsi per gli applausi da rivolgervi…
“Bravo. Intanto lo faccio sempre, ma soprattutto ieri ho dato la mano a ogni giocatore, uno per uno. Se sul 2-1 Berardi mette la palla in porta quando Boccolini gli è uscito incontro, se ha un po’ di furbizia nella giocata, voglio vedere, se ci riprendono due gol, a 20-25 minuti dalla fine. Non è stato così, bravi a loro. Cosa dovevamo fare di più, noi, con sei under, in mezzo al campo? Lui ha tolto Cerone e ha messo dentro Gubinelli, io ho inserito Gabelli e Santovito. Li conosci, te?”
Sono due del blocco della juniores.
“Già, sono due dei tre che ho portato di sopra, e nonostante questo la Viterbese, comunque, buttava la palla e perdeva del tempo”.
La metà del bicchiere che resta è fatta di un vino buono, però!
Graniero non disdegna quanto fatto, e afferma: “Per noi è stato tutto un onore. Usciamo sapendo di avere un gruppo eccezionale. Un gruppo come questi ne ho visti pochi, in tanti anni che alleno. Stavano negli spogliatoi con la testa giù. Altri dopo mezz’ora se ne sarebbero fregati!”.
E ora bisogna rimboccarsi le maniche…
“Cerchiamo di andare avanti in campionato, ma questa era una bella ciliegina”.
Se eccepiamo la partita d’andata a Villanova e un paio di domeniche balorde, non è che la città di Ladispoli e i vostri sostenitori, fissi o infrequenti, possano puntarvi un fucile contro, no?!
“Assolutamente no. Ho visto pure come abbiamo affrontato certe partite, pure quelle senza diversi giocatori. Quando abbiamo impiegato Mannozzi non capivamo poi abbiamo capito: stava da due mesi fermo, Ponzio non c’era ancora. L’esempio di ieri? Ogni tanto lo abbiamo vissuto e patito anche di domenica, in campionato. La Viterbese ieri aveva Polani e Gubinelli in panchina, io Gabelli e Santovito, che un giorno saranno esperti ma intanto sono due ragazzi”.
All’interno di una stagione, come valuta il passo e la costruzione delle due che ambiscono a conquistare il primo posto finale e il ritmo delle altre?
Graniero è diretto, è schietto fino in fondo: “Se ieri la Viterbese fosse uscita dalla Coppa, sarebbe stata una bomba a orologeria. Come ora è Rieti dopo l’esonero di Punzi. Che tranquillità possono avere, i giocatori reatini, adesso? O chi li deve gestire?”.
Un giorno potrà pensare in grande, il Ladispoli?
“Il campionato si potrà vincere programmando: e ogni anno stiamo migliorando la classifica e il campo, con i giusti ricambi. Quando poi la classifica viene avallata dalla prestazione del campo, le cose girano per il verso giusto. L’anno prossimo inseriremo altri due, tre pezzi e dovremo fare come ha fatto il Santa Maria delle Mole. Che è scappato senza essere ripreso. Arrivare, intendo, a dicembre con una situazione interessare e dire a noi stessi: vogliamo spendere per cinque giocatori gli ultimi cinque mesi spendendo X, e allora sarà un discorso di vertice. Quando hai squadroni come la Viterbese, con le sue tante carte a disposizione, non è facile: Pazienza se sta fuori Solimina mette in campo Cerone o Vegnaduzzo-Polani; qui se si fa male Ponzio deve giocare Berardi unica punta, insostituibile. Allora se cominci a prendere una punta che può giocare con e senza Ponzio, con e senza Bacchi, alterni l’uno all’altro. Ma non devi avere corazzate, davanti”.
Il Ladispoli ha fatto tremare le certezze di una Viterbese fino ad accarezzare il punto del 3-1. E la prima in classifica dovrà ricordare la lezione di questi tre confronti. Questo lo sanno anche Camilli e Solimina. La squadra di Umberto Paris riparte dal ruolo di Cenerentola in campionato. Essendo conscia di potersi togliere ancora delle belle soddisfazioni.

Massimiliano Cannalire

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