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Eccellenza/A I biscotti non abitano più in cucina. Storia di un I Maggio teatrale

LADISPOLI CRACK

La 32° giornata da cabaret: un I Maggio che ricorderanno in parecchi…

biscotti? Non abitano più (solo) in cucina. Necessità play-off!

Il Ladispoli perde 4-1 a Cerveteri, la Fonte Nuova passa al “Ferraris” di misura

contro chi è già in vacanza. E l’Empolitana, in 10, ne segna 2 (boom!) al Montecelio. Serietà cercasi

 

Il derby, da un certo punto, non è stato più giocato. Il Ladispoli ha lasciato strada al Cerveteri per scarsa volontà di mettere in campo da parte ospite, la supremazia tecnica che la classifica, e in precedenza l’impostazione della squadra in sede estiva, avevano palesato, con inclemente evidenza. Non sta a noi decidere per chi tifare o sperare, da cavalieri medioevali, che ora il Città di Cerveteri debba, per offesa alle divinità celesti e della filosofia sportiva, retrocedere o riscuotere una punizione dall’alto. Ma che, nella stessa giornata, il Villanova venga battuto dalla Fonte Nuova per 1-0 e giochi una partita tra vecchi amici o balneare, e il Ladispoli perda per 4-1 in casa di chi quattro reti non le aveva mai segnate nemmeno al virtuale gioco del computer da camera tranne che alla Sorianese (5° giornata), semmai ne aveva subìte cinque e sei, francamente risulta singolare, poco credibile, a maggior ragione se è stato gestito in modo assurdo come capitato all’Enrico Galli. Nossignori, i giocatori del Ladispoli non lo hanno saputo fare, quel favore ai padroni di casa, e per fortuna, aggiungo sul piano personale, non siamo andati radiofonicamente in onda, per raccontare questa brutta cosa, di 1° Maggio.

Essere presi in giro da mancati campioni professionisti soprattutto da ingenui facilotti come si sono dimostrati i giocatori a referto (ancora devo leggere di quali scienziati si tratti, per onestà intellettuale lo faccio dopo aver scritto il corrente pezzo, n.d.r.), francamente non lo meritiamo io, la radio per cui lavoro, gli sponsor di radio e derivazione informatica del lavoro svolto, la cooperativa che edita il presente sito, i colleghi e soprattutto gli ascoltatori. Perché sono questi ultimi mai ultimi, nei miei pensieri, a fare la fortuna di questo calcio di base: quegli appassionati che lasciano casa pure per andarsi a vedere i play-off dei Giovanissimi Fascia B, per quanto amano questo gioco, come dice uno spot che va in onda da un po’ di tempo. I dati del pubblico, eccezion fatta per Rieti-Viterbese e Albalonga-Colleferro, sono stati ingenerosi, nei confronti dell’infelice scelta di giocare il giorno della Festa dei Lavoratori, dopo un 25 Aprile Festa della Liberazione dedicato al settore giovanile.
Ma gli spettatori continueranno a calare se, con l’arrivo di marzo e aprile ma anche di maggio, il tifoso medio e noi diremo sempre che ci sono biscotti, di questi tempi, come hanno cantato pure gli stessi sostenitori del Ladispoli, di fronte allo scempio perpetrato ai danni degli appassionati rossoblu e della storia del club di via del Campo Sportivo. In città la gente non aveva voglia di parlare di calcio, per quanto era delusa e tradita, nel tardo pomeriggio del 1° Maggio e il 2, tanto è stato evidente, lo schifo maturato nel monco derby del mese mariano. Non vi preoccupate. Vi diranno, i rapidi cortigiani che accompagnano Umberto Paris, che i giocatori fossero sotto tono, che il Città di Cerveteri sia andato in pellegrinaggio a Medjugorie, con l’armata che i grandi esperti di calcio della compagnia di Mauro Mazzarini hanno costruito l’estate scorsa, a disposizione del malcapitato cavallo di ritorno, Daniele Antolovic. Vi diranno che Antonio Graniero si è stizzito, alle critiche ricevute, al grido di “Io non faccio queste cose”, e io a Totò vorrei pur credere, ritenendolo persona per bene. Ma quando cresce un Ladispoli che non combatte nel derby dei 3 forse 4 kilometri? Quando è che comprende che arrivare quarti e forse lottare per il 3° posto nell’anno di Viterbese Castrense e Rieti avrebbe consegnato all’élite vera la società di Umberto Paris, una volta messe in discussione Villanova e addirittura Sorianese?
Facciamoci a capire  Nella stagione della gloriosa Coppa Italia, 2002-2003, la squadra di Ugo Fronti lasciò passare da fenomenale compagine un’Acilia bisognosa di punti, che vinse sulla terra battuta del Martini Marescotti per 2-0, e anche un Collatino che si presentò con le paste vinse 1-0. Quindi questo non sarà il primo ma speriamo almeno l’ultimo neo, di una storia per il resto fatta di tanta serietà, pur con gli errori della gestione Marino, soprattutto negli ultimi mesi, negli anni che lo vedevano terminare la stagione… Cosiccome un evitabile errore è stato commesso da tanti, tra i collaboratori dell’appassionato presidente attuale, quando, in casa della capolista Santa Maria delle Mole, lo scorso anno, a un certo punto, sulla panchina tirrenica del campo di via Appia al XIX kilometro si sono palesati Batman, Robin, il Maggiordomo nei panni di Morgan Freeman e altri attori di secondo piano, al posto di chi avrebbe dovuto sorvegliare una sostituzione di un giocatore del 1989, Francesco Graniero, figlio del deconcentrato allenatore, al posto di un classe ’93, Marvelli. La gara terminò 1-0 per la futura vincitrice del girone A di Eccellenza, con Graniero (junior) che sfiorò centrando un palo da lontano il pareggio all’89′; esito che sarebbe stato vanificato da un pronto ricorso del club di Armando De Simone. Un unico, palese errore, in una gestione aurea, che, con Umberto Paris presidente, ha però saputo portare il settore giovanile del Ladispoli a rivivere il periodo d’oro sulla scia del grande seme gettato, con pazienza e sacrifici, e questo va ricordato sempre, altrimenti non è informazione ma il contrario e anche della becera faziosità, di Antonio “Charly” Piretti detto Toni da Castelnuovo di Porto e contee affini. Con Paris è arrivato uno storico titolo dei Giovanissimi fino al 2° posto assoluto in tutta Italia: roba da spellarsi le mani per gli applausi, cosa che una città intera fece, ascoltando la radiocronaca dell’ottimo Alessandro Natali dalle terre di Toscana.
Comprendo la vicinanza, le due piazze sono distanti dai 3 ai 4 kilometri e non di più, attaccate e confinanti, sulla cartina geografica; capisco il bisogno di punti dei verdeazzurri ceriti e la bontà dell’organico ospite nel non voler affossare dopo il punto del 2-1 il Cerveteri, con il rigore di Ponzio (…) neutralizzato (boom!) al 38′. Ma dopo questo cadeau, lungo 11 metri, restare negli spogliatoi come è stato fatto, è scarsa accortezza, poca furbizia e poverà di tatto, per non andare oltre i confini del descrivibile scomodando l’intelligenza dei presenti e di chi ha inteso sacrificare due ore e mezzo del 1° Maggio per essere preso per il naso e per qualche altra parte. Capisco pure che in porta non ci fossero Sorrentino o Avramov, dal momento che il giovane Ortame è arrivato da un’Olimpia retrocessa in 1° Categoria. Ma francamente ci vorranno 5 anni di fila di derby vinti, per cancellare una cosa così sciocca, priva di serietà calcistica e applicazione.
E’ stato l’unico rovescio non preventivato dai satelliti meteo della 32° giornata? Almeno al “Ferraris” la Fonte Nuova ha vinto 1-0 e, in assenza di Michele Meloni e mia, altre indicazioni non sono emerse. Fermo restando che la qualità dei giovani e dei pochi “grandi” biancorossi tiburtini è di netto superiore, a valutare le precedenti 31 giornate e l’anno passato, rispetto alla ex pericolante realtà nomentana. E se scriviamo che il Villanova ha visto qualcuno presentarsi al campo in bermuda e scarpe da ginnastica o in ciavatte come in spiaggia si fa, non credo siano i tanti, a risentirsi, no?! Su questo penso di trovarne tanti, d’accordo, tra i nostri lettori e semplici appassionati e uomini della strada.
Un’altra squadra che ha dimostrato assenza di grinta, di palle e di non saper stare al mondo è stato il Montecelio; pur con la serietà, intaccabile, di Giancarlo Oddi, e poi del presidente, Emilio Piervincenzi, ha perso contro una modesta Empolitana Giovenzano, peraltro ridotta pure in 10 contro 11. Al 40′ del primo tempo viene espulso Suppa, centrale di centrocampo. I grandi in campo che rimangono sono inferiori agli under, ma due minuti dopo segna la squadra che patisce l’inferiorità numerica. Al rientro in campo dirigenti e tifosi del Montecelio, oltre all’ex difensore laziale campione d’Italia, si aspettano che la squadra faccia fuoco e fiamme, vista la bontà dei giovani e il valore tecnico dei più anziani d’età nelle file dei canarini tiburtini. E invece arriva la seconda rete di una smarrita ma non imbattibile Empolitana Giovenzano. Il Montecelio si sveglia solo negli ultimi dieci minuti, ne segna uno, tanto per fare atto di presenza in campo; il portiere di casa, poi, salva un paio di occasioni. A 5′ dalla fine altra espulsione, per un pugno dato al difensore Gimelli quindi Empolitana Giovenzano che resta in 9 contro 11, come il Benfica ieri sera, con la Juventus.
E’ rimasto, per il serio Oddi e per quel serio personaggio che è Piervincenzi, amarissimo, il calice della sconfitta in una gara con un avversario assai modesto, che ha avuto la sola fortuna di imbattersi, in tutto l’anno, nel giorno più presuntuoso della Viterbese Castrense, superata nella finale di Frascati. Ma la cui gestione a mo’ di locazione ha lasciato profondi segni tra la sopravvissuta dirigenza e degli storici tifosi-collaboratori che hanno preferito mettersi da parte, una volta constatata la metodologia locataria della parte tecnica, moda che altre piazze più illustri hanno sposato tanti anni fa.
E ora, che faranno due presidenti per bene quali Paris e Piervincenzi? Come striglierà i suoi, Armeni, per l’assenza di stimoli dimostrata? Lungi da me incoraggiare provvedimenti seri, che non sarebbero tuttavia fuori luogo, tanto per i modesti rappresentanti, tra giocatori e dirigenti, di quest’anomala situazione, che non accetterò mai. Ma conoscendo l’impegno, la correttezza dei due presidenti, tre, considerando il buon Armeni, come si presenteranno dinnanzi alla squadra? Il Villanova, che ha incassato un’altra sortita infelice di Passiatore, ha buttato la ghiotta possibilità di insidiare la Sorianese, come pure il Ladispoli: il Montecelio di sistemarsi meglio in graduatoria. Se mi fosse chiesto un parere, nel caso del Ladispoli non sarebbero confermati nemmeno giocando gratis, certi elementi. Ma per fortuna (loro) faccio altro, nella vita. A Villanova non importa, arrivare terzi, quarti o quinti, avendo fatto benissimo con le giovanili, ancora una volta, come ho scritto di recente, e benone, prima di maggio, con la prima squadra. Non vorrei, tuttavia, essere nei panni dei giocatori del Montecelio, attesi da una dura reprimenda, che spero si consumi anche in via del Campo Sportivo, apprezzando da sempre la ferma maniera di rappresentare la città di Umberto Paris.
Conclusioni – Tutto questo succede in un calcio che addita in sede di assemblea chi scimmiotta il calcio dei piani di sopra, per gli eccessivi investimenti basati su giocatori di Serie C e D per poi farci giocare infrasettimanalmente in barba, per i ragazzi-atleti-studenti, alla definizione “settore giovanile e scolastico”. E meno male! Non si può dire: “Perché investono tanto la Lupa Castelli Romani e la Viterbese Castrense?” per poi costringere o incoraggiare società di dirigenti nei fatti appecoronati e/o privi di iniziativa a giocare durante la settimana o nelle rarissime feste che la STORIA ci ha lasciato in dote. E accade in una regione che ha detto “NO” ai play-off. Dopo questi eventi, al contrario, dovrà pur cadere l’alibi del “ma i presidenti così spenderebbero di più, circa 15 giorni o un mese”. Se si vuole restituire credibilità al calcio di Eccellenza, occorre, senza “se” e senza “ma” introdurre i play-off per il secondo posto e anche il terzo, piaccia o no alla frettolosa Lega Nazionale Dilettanti, che vuole prima della terza settimana o la fine di maggio i nomi delle qualificate.
Se andate a Cerveteri e Ladispoli ordinate dei buoni carciofi, a Villanova e Fonte Nuova chiedete conto di olio e prodotti locali, come pure a Montecelio e Pisoniano, con qualche vino di cui tenere di conto in tutte le zone prese in esame. I biscotti? No, quelli non li sanno proprio fare.

Massimiliano Cannalire

P.S. = poi un giorno parleremo di Serie D…

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