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Serie D/gir. G: Lupa Castelli Romani-Palestrina 0-0

LUPA C.R.-PALESTRINA

Tassi salva la più brutta Lupa Castelli Romani
degli ultimi 3 anni: Palestrina, se all’intervallo avessi avuto…

LUPA CASTELLI ROMANI-PALESTRINA 0-0

Lupa Castelli Romani: Tassi 9, Di Nezza 7, Colantoni 6,5, Icardi 5, De Gol 5, Baylon 5, Kosovan 4,5 (79′ Copponi s.v.), Barone 4,5 (79′ Mancini s.v.), Nohman 4, Boldrini 4 (46′ Chiesa 5,5), Siclari 3. A disp. Serpietri, Fantini, Gordini, Petta, La Cava. All. Giorgio Galluzzo 5,5.
Palestrina: Palombo 6,5, Capuano 7, Ruggiero 7, Lepore 6,5, Rossi 7, Pralini 7, Della Penna 7,5, Tuninetti 6,5 (65′ S. Ceccarelli 5,5), F. Ceccarelli 6,5, Bosi 7,5 (89′ Bezziccheri s.v.), Pavic 6,5. A disp. Refice, Massimi, Proietti, Rossi, Martinoli, S. Ceccarelli, Tajani, Neccia. All. Salvatore Cangiano 8.
Arbitro: Sig. Gino Garofalo di Torre del Greco (8,5). Assistenti Arbitrali: Sigg. Giuseppe Antonaglia di Roma 1 (8) e Aristide Rabotti di Roma 2 (8,5).
Note: ammoniti De Gol, Boldrini, Tuninetti, Di Nezza, Pavic, tutti per condotta scorretta (gioco falloso). 120 spettatori circa, giornata di sole con apprezzabile brezza. Campo in discrete condizioni.

Dal nostro inviato al “Montefiore” di Rocca Priora (Roma)


La più brutta Lupa Castelli Romani fa una figura sbiadita e mediocre, di fronte al motivato Palestrina, che esce dal “Montefiore” con un punto e il canonico risultato di partenza dopo aver costruito 4 palle-gol dicasi 4 nel solo primo tempo: sembrava la squadra di Salvatore Cangiano per gli intimi Sasà, quella con i maggiori mezzi dal punto di vista tecnico. Nonostante l’importante dote con cui torna in Via Pedemontana l’Unione Sportiva Palestrina, la capolista, in un torneo sempre vissuto alla grande, ottiene, per il più ironico dei paradossi, un’ulteriore lunghezza di vantaggio sulla masochista Viterbese Castrense, smemorata, di fronte ai tanti errori commessi, sia sul piano gestionale che agonistico, nella passata stagione. Infatti al “Rocchi” passa, con grande merito, l’Ostiamare, che vince 2-0, rafforza la sua posizione, e fa un gran favore alla compagine del presidente Alessandro Virzi. La quale, con meriti triennali, oggi assenti ma sempre presenti in sede di analisi, si appresta ad arrivare a braccia alzate, sul traguardo. Del resto il 2 aprile è sempre stata una signora data, nello SPORT, votata alle grandi imprese. Ne ricordiamo una su tutte, derazzando, dal calcio che ci costringe a lavorare infrasettimanalmente, nella grande federal-ipocrisia del mondo della pedata: nel 1987, dopo 21 anni, tornò la Coppa dei Campioni a Milano, con Dan Peterson in panchina, che guidò la Tracer Philips al successo, 71-69, sul Maccabì Tel Aviv, a Losanna. E oggi erano anche 10 anni dall’ascesa in Cielo di Papa Giovanni Paolo II, non proprio “uno qualsiasi”.
Ma a Rocca Priora l’unico votato ad avvicinarsi ai miracoli è stato il grande portiere della signora del campionato, Riccardo Tassi, che toglie ben 3 volte su 4 la palla dalla propria porta in 46 minuti, quelli della prima frazione, un calcio di rigore compreso. In questo periodo di gioco la compattezza degli arancio-verdi, oggi nell’insolita casacca “white”, il restare corti tra reparto arretrato e quello mediano, è stato utile presupposto per mettere a nudo i difetti in fase di costruzione e rifinitura della Lupa Castelli Romani. Se al riposo il Palestrina fosse andato almeno sul 2-0 nessuno avrebbe detto nulla, anzi.
La cronaca – All’8′ Siclari ha un debole impatto sul primo palo in verticale su palla di Boldrini, con Palumbo che para senza problemi. La replica è una meravigliosa conclusione di prima intenzione provata da Bosi, su cui Tassi risponde con un balzo da campione, togliendo la palla da sotto la traversa e spedendola in calcio d’angolo. Ne batte due di fila, il Palestrina, e chi pensa a un fuoco di paglia, presto si ricrede.
Al 14′ proseguono i balli centrali della difesa, e allora Bosi scappa via, in contropiede; quando il numero 10 arriva solo, davanti a Tassi, manda la palla di interno sul palo destro; il tap-in sarebbe di Ceccarelli, mandato giù da De Gol, che non viene espulso perché accompagnato, diciamo, da altri due compagni, rapidi nel rientrare. Sul dischetto (16′) va lo stesso centravanti del 4-4-1-1 di Cangiano, che calcia di precisione, di piatto destro, ma lento. Il che esalta il tempo di reazione di Tassi, bravo, alla Terraneo contro Gianni Rivera (1979-1980), nella deviazione sul fondo. Non è finita! Bosi centra un gran pallone per Ceccarelli che di testa manda la palla “quasi” in porta, non fosse per un rimbalzo appena prima della linea, e per una strepitosa respinta con la mano sinistra del numero 1 di casa. Tutto molto bello, per chi non soffre di coronarie. Roba da mettersi le mani nei capelli, dirà qualcuno in tribuna, facendo il vago, quando si gira da questa parte lo scarsicrinito quando incredulo d.s. del Palestrina, Maurizio “Calvin” Proietti… Ma l’azione prosegue con un altro tiro in porta di Ceccarelli, respinto ancora dal portiere eroe di giornata. Incredibile!
Il Palestrina ha il merito, nella prima mezzora, di non disunirsi, mai, e il primo tentativo effettivo della prima in classifica arriva al 29′: Boldrini serve Nohman che stacca di testa trovando la valida opposizione, nell’angolo basso di destra, di Palumbo, che corregge la traiettoria del prezioso cuoio concedendo un tiro dalla bandierina. Al 35′ Nohman ci prova dalla distanza spedendo il pallone parecchio alto. E’ una ex orchestra, oggi, la squadra di Giorgio Galluzzo, in cui emerge la scarsa vena, dal punto di vista fisico, che limita, fortemente, qualsiasi tentativo di giocare palla bassa. Il che si è visto solo al 29′. Troppo poco, per una squadra che, intanto, sale a 10 punti di vantaggio nei confronti della sognante inseguitrice, che è già sotto di una rete, al “Rocchi”, merito dell’Ostiamare, che, di tanto in tanto, si ricorda di avere dei numeri, altra rarità.
Al 39′ Ceccarelli si becca degli improperi dal proprio pubblico per aver gestito malissimo un contrattacco: avrebbe potuto servire lo scattante Bosi, a destra, e invece ha cercato Della Penna, già marcato, da due avversari, sul lato opposto dell’attacco prenestino. Irritante. Come Boldrini che, sul finire di tempo, prova due, tre volte, ad andare 1 contro 1, senza riuscirci mai. Se ne accorge, Galluzzo, che lo toglie per manifesta inferiorità atletica, spedendo Chiesa, in campo, per dare più “verticalità”, ma l’effetto ipotizzato resta una chimera, un fugace pensiero, in una giornata che potremmo definire la più grigia, degli ultimi 3 anni di Lupa C.R. Meno male che non ci sono più avversari, lassù, dove qualcuno, questi operai della pedata, li ama. Mancano 5 giornate, non moltissimi sforzi.
Al 1′ della ripresa Tuninelli spedisce Ceccarelli in profondità, ed è bravo Tassi a uscire a mezzo metro dal confine della sua area di rigore perché i due centrali difensivi, oggi, faticano, e parecchio. Al 6′ parte l’ennesimo contropiede: Ceccarelli per Bosi, toccato sul piede d’appoggio da De Gol, che rischia l’espulsione per somma di ammonizioni. Tuttavia Bosi sembra essere stato raggiunto da una combinazione del miglior Marvin “The Marvelous” Hagler, uno dei più grandi pesi medi del pugilato mondiale. Intuisce la cosa, l’attento quanto efficace Garofaro di Torre del Greco, che lascia sviluppare la trama offensiva. Quando la palla riparte da Tassi per Di Nezza, interrompe il gioco facendo andare su tutte le furie Colantoni, che non gliele manda a dire. E quando si arrabbia il “taglio di capelli più alla moda del girone”, si sa, sta per succedere qualcosa di positivo. Infatti, con il passare dei minuti, è il fluidificante di Galluzzo, che suona la carica, e prova delle combinazioni che fruttano qualche traversone. Oltre nulla perché tra Chiesa, Nohman e Siclari, oggi è tutto un sonno. Al 14′ proprio da un cross del terzino mancino De Gol sale di testa e schiaccia un pallone in porta, ricacciato sul palo più lontano da un puntualissimo Della Penna, tra i migliori in campo, in assoluto. Al 20′ per Cangiano fuori Tuninetti dentro l’altro Ceccarelli, che farà la normale comparsa. Al 22′ la più grande occasione, la seconda di tutta la partita, per la Lupa: Siclari riceve la palla sulla sinistra, in area, la protegge, riceve anche un calcio sul piede d’appoggio (che in altre situazioni frutterebbe il rigore); sfera a Nohman, in posizione centrale e favorevolissima. Il tiro parte a botta sicura, e di piede, con un grande senso dell’istinto, arriva l’immediata risposta di Palumbo. Al 25′ Di Nezza, dalla corsia destra, con il piede sinistro, mette un gran pallone sul palo lontano, per Siclari, in palese ritardo, e Icardi, che arriva solo a colpire di testa mancando la ghiotta opportunità: palla incredibilmente sul fondo. Al 34′ Galluzzo proverà a rendere a trazione assoluta la sua squadra, con gli ingressi di Mancini per un Barone “inguardabile” e Copponi al posto di un irriconoscibile Kosovan. Ma dal 70′ in poi non ci sarà più partita perché il resto dei minuti, 20′ + i 3′ di recupero, registrano un solo contropiede sciupato su passaggio di Bosi dalla sinistra, due corner giallo-rossi non proficui, tanta imprecisione, e un colpo di testa telefonatissimo, di Ceccarelli, da fermo… Tanto al “Rocchi”, al 39′ s.t., arriva il 2-0 dell’Ostiamare. E in fondo uno 0-0 così può andar bene a tutte e due le…contendenti.
La grande protagonista Lupa Castelli Romani, quello che doveva fare, l’ha fatto, alla grande. Diventano 10 i punti di divario, a 5 turni dal termine, con i confronti diretti già disputati, e con 15 lunghezze in ballo. Meno male che c’è chi ama farsi del male, a Nord… E’ giusto che a entrare nel mondo della Lega Pro dalla porta principale sia questa realtà, alla salute dei benpesanti, degli “Archimede Pitagorico” di questa regione, dei grandi teorici del territorio che poi rinnegano tutto nel breve volgere di qualche minuto, andando a cercare gloria lontano. Non vi preoccupate. La Lupa Castelli Romani è stata assente, giustificata, se vogliamo, soltanto oggi. C’è, e ci sarà, senza che Virzi divenga “Giovanni Senza Terra”. Anche in questo il Lazio ne ha già uno…

Massimiliano Cannalire

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